La serie Tredici si conclude con una stagione 4 che riflette fedelmente i pregi e difetti, furbate e buone intenzioni delle prime 3 stagioni. La storia vorrebbe trattare delle conseguenze dell’omicidio di Bryce Walker per mano dei protagonisti “buoni”, ovvero Clay and friends. Vorrebbe esplorare il lacerante dolore che si ha quando custodendo gelosamente il segreto sulla morte di Bryce. Un gesto di cui “i buoni” non si pentono, ma che devono nascondere ad ogni costo.
Ma nella pratica della visione? L’intenzione compare, ma come punta dell’iceberg di una prolissa e stucchevole accusa alla società americana, perbenista e iperprotettiva. Rispetto al dolore dei giovani protagonisti, conta più la vigilanza militaresca, quanto irrealistica, della scuola, della polizia e dei genitori. E non è una carenza di minutaggio ma il ruolo che gli dà all’interno della trama.
A parte Clay, la sofferenza di Jessica, Justin, Tony e tutti gli altri è relegata a lunghi dialoghi o monologhi, di taglio teatrale e sopra le righe, spesso slegati dalle sottotrame della sceneggiatura. Il protagonista assoluto è un Clay bipolare, passivo aggressivo che ha le visioni e che dimentica quello che fa durante la notte. Insomma, il peggior modo per rendere interessante un personaggio, un Mr. Hyde scemo e svuotato di qualunque interesse.
E’ questo fa affondare la stagione: perché se da un lato hanno l’ossessione di sventrare la società americana con tutte le sue mancanze, dall’altro si vanifica tutto con una messa in scena inutilmente drammatica, a tratti dannatamente cringe. A completare la disfatta ci sono gli inserti di testa e di coda ad ogni episodio, dove si spronano gli spettatori, eventuali vittime di bullismo e violenza, a contattare i vari organi competenti.
Questa è la pietra tombale, perché afferma come la serie voglia prendersi dannatamente sul serio, quando però nei fatti, sullo schermo, non si può affermare lo stesso. Tirando le somme non è tutto da buttare. Le storie di Tony, Zack e Justin sono interessanti ma non vengono amalgamate adeguatamente.
Questa ultima stagione di Tredici è un minestrone che ti riempie senza lasciarti nulla.
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