(J.COOLEY, 2019)
Forse non tutti sanno che ho recuperato i tre capitoli della saga solamente qualche giorno fa, così da valutare pienamente il quarto in uscita il 26 Giugno. Li ho giudicati positivamente ma non troppo. Nel caso trovate qui le recensioni, delfini curiosi!
Toy Story 4 è figlio dei creatori dei primi tre. Lo conferma la presenza onnisciente di John Lasseter, regista dei primi due, e qui a supporto del soggetto e della produzione. Quindi non poteva fallire perché il progetto è unitario con le solite persone competenti a renderlo tale.
Quindi è un capolavoro? Ma anche no.
Preciso: è il mio giudizio perché sugli aggregatori di recensioni questa saga sfiora il voto massimo. Della serie “capolavoro-troppo bello-straordinario-non ci posso credere-no pazzesco-Padrino spostaté” come se non lo si potesse valutare altro come capolavoro della storia del cinema. Onestamente questo quarto capitolo l’ho trovato molto ben infiocchettato ma “stanco” nella messa in scena.
Stanco nella ripetività di meccanismi che non aggiungono nuove tematiche a quelle storiche. L’ho trovato una via di mezzo fra il 2 ed il 3 capitolo; temi come l’abbandono, la ricerca del proprio destino e la ribellione al proprio ruolo. Con in più una spruzzata di personaggi nuovi e qualche piccola aggiunta. Piccole aggiunte che certo non guastano ma che non riescono a riscattare completamente l’opera.
Perché in fondo la storia è SEMPRE la stessa: qualcuno si perde, Woody si lancia in missioni di salvataggio con il supporto degli altri, dove c’è qualcuno che li vuole fermare. Si salvano e grandi valori dell’infanzia. Ai bambini in sala è piaciuto da impazzire e vorrei ben vedere. I design dei personaggi sono pucciosi, l’animazione è notevole, le trovate sceniche sono sempre incredibili però…
Però manca qualcosa: nei film precedenti ho sempre avvertito un senso di gioco e di novità. In questo senso ho preferito il 2 al famigerato 3 dove la politica irrompeva travolgente. Ma in entrambi casi sentivo che i film erano fatti sia per bambini che per gli adulti, perché comunicava a più livelli. Questo 4 capitolo è fatto sostanzialmente per i più piccoli. E’ questa la sua pecca.
Qualcuno che ha visto il film potrebbe obbiettare che al contrario si esplorano tematiche decisamente mature. Io risponderei con un nì: mature sulla carta, infantili nella resa. Perché l’azione frenetica annulla qualunque spunto di riflessione, a parte alcuni dialoghi selezionati dove si raccontano certe cose, senza però influire sulle dinamiche della trama.
L’ironia acida dei primi film viene rimpiazzata da gag da cartone pomeridiano. E qui dobbiamo parlare necessariamente del 3 capitolo: in quel caso la storia era veramente matura ed incentrata sugli aspetti politici. In questo 4 capitolo abbiamo perso tutto, con un finale però coerente e toccante. Per queste ragioni è consigliato, con qualche se e diversi ma.
La mia classifica dei capitoli della saga: secondo, terzo, quarto e infine il primo.
Ma voi cosa ne pensate? Scrivetemi un commento sotto…
SPOILER, SPOILER, SPOILER, SPOILER. SPOILER, SPOILER, SPOILER
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Mi ha veramente deluso la ragione per cui Bo Peep lasci la casa di Andy: viene data ad un altro proprietario. D’accordo, è credibile ma assolutamente insignificante. Nei film precedenti le ragioni per cui Woody e Buzz si perdevano erano spiegate con più pathos. Comunque, il personaggio di Bo è l’aspetto migliore del film perché riscatta la banalità del plot principale, movimentando le vicende e spingendo Woody ad evolvere. A differenza di tutti gli altri che vengono relegati a macchiette, anche in sfavore dei nuovi che risultano molto “simpatichelli”.
Simpatici e adatti alla gag ma non allo scavo psicologico. L’unica eccezione è la presunta villain, Gabby Gabby che diventa “cattiva” per recuperare la sua integrità di bambola, così da farsi amare per la prima volta da una bambina. E’ straziante la scena dove viene rifiutata.
Il secondo tempo è decisamente migliore del primo con un finale commovente che vince facile. Woody, sullo stile di Captain America in End Game, decide di godersi la pensione lasciando le imprese agli altri. Tutti i personaggi si accoppiano con il sorriso sulle labbra, Disney’s style forever and ever. Anche l’insopportabile Forky trova modo di fare fichi-fichi.
Wow??
Chiudo sul doppiaggio: Angelo Maggi è stato bravo nella voce italiana di Woody. La voce di Frizzi è unica e Maggi era dentro il personaggio, anche con accenni allo stile di Fabrizio. Non mi ha dato assolutamente fastidio.
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