Tornati in America i nostri “eroi” devono salvare Miss Vanessa Ives che ha ceduto al misterioso nemico che la stava braccando. Ammetto che il colpo di scena dove si svela come il dottor Sweet sia Dracula mi è davvero piaciuto. Certo, per colpa della messa in scena appare più splatter che drammatico, ma risulta comunque efficace.
In questa terza stagione il personaggio di Vanessa non evolve perché viene sviluppato il suo passato per in funzione di spiegazioni di trama. La mancata crescita di Vanessa Ives è parte in causa del disastroso finale, perché, la guerra al lato oscuro per poi cedervi senza combattere, non è motivato e non nelle dinamiche interiori ma soprattutto nelle tempistiche troppo repentine.
Perché è comprensibile che una donna che ha combattuto tutta la vita abbandoni per lo sfinimento, a maggior ragione se lasciata sola dalla sua “famiglia”. ne abbiamo la prova fin dal primo episodio: si apre su di lei, maestra di eleganza abbandonata alla sciattezza, che sopravvive solamente perché il suo corpo lo fa ancora.
Sarà il delizioso Ferdinard Lyle, interpretato dal bravissimo Simon Russel Beale, a farle conoscere la psichiatra Seward. Un appunto negativo: trovo insensato far interpretare il personaggio della Seward alla stessa attrice di Joan Claytone (Patti Lupone). O mi dai un twist di trama, come io avevo ipotizzato, che Joan fosse tornata in vita nel corpo della nipote, o lascia stare. Mai dare aspettative senza rispettarle quando il tuo prodotto non eccelle!!!
L’ipnosi ci mostra l’unico periodo inesplorato della vita di Vanessa Ives: il periodo nel “sanatorio”. Come nella prima e seconda stagione l’episodio flashback di Vanessa è quello centrale, per spezzare l’azione. Qui scopriamo che l’inserviente che si occupava di lei era l’uomo diventato successivamente la creatura di Victor Frankestein, l’attuale il John Calibanno. Non solo, che durante i suoi turni sia stato posseduto dalle forze oscure al fine di sorvegliarla e comunicare con lei.
Finalmente gli sceneggiatori fanno chiarezza su quali nemici (al plurale)Vanessa debba affrontare. La profezia della prima stagione narrava di due fratelli. Il primo è stato Lucifero, villain della seconda stagione ma non della prima dove si faceva chiaramente riferimento al re delle creature della notte. Ci viene confermato che questo re delle creature della notte sia Dracula, che a differenza del fratello può camminare fisicamente sul pianeta terra.
Il colpo di scena successivo ci fa capire come Vanessa Ives non debba temere per la sua vita perché entrambi i fratelli la desiderano carnalmente come sposa al fine di soggiogare l’umanità. Sotto questa luce la trama si apre come un fiore. Abbiamo conferma che Vanessa Ives sia l’elemento grigio, quello potenzialmente distruttivo che però combatte il suo destino e supporta “i buoni”. In questa direzione si lega perfettamente con Ethan Chandler, anche lui maledetto per uno scopo superiore.
Nel finale il troncone uno (Vanessa-Dracula) si unisce al troncono tre(quello americano) per la resa dei conti dove tutto fila troppo liscio. Non c’è neanche uno scontro di mazzate come si deve fra Dracula e Chandler trasformato. Parliamo degli altri due tronconi che svincolano dalla storia principali.
Entrambi si sviluppano a Londra, entrambi si connettono unicamente nella scena finale. Il secondo troncone è uno spin-off su Calibano che recupera la memoria e ritrova la sua famiglia
E’ poesia pura perché si esplora a 361 gradi l’esistenza di un “freak”, tema centrale di questa serie dove ogni personaggio risulta, per un motivo o per un altro, un escluso sociale. Calibanno riesca faticosamente ad assaggiare l’amore della sua famiglia, ma è panta rei. Il finale è doppiamente tragico, dove i ruoli di freak e uomo si ribaltano. (Non dirò altro)
Il quarto troncone tratta delle vicende del “triangolo-no”, anche detto “chi si bomberà Brona”. Si accenna all’effetto Wenstein, ovvero il femminismo dilagante nelle opere artistiche, e lo si chiude crudelmente ma realistico.
Si introduce Henry Jekill con il suo siero con cui Victor Frankestein vuole rendere Lily “una donna a modo”, docile come quell’epoca richiedeva. I personaggi coinvolti implodono, in lotta perenne fra vanità e morale. E qui comprendiamo il fuorore di Lily, la fu Brona, per questa rivoluzione. Perse un figlio perché il sul lavoro di prostituta l’aveva fatta rincasare tardi.
E qui mi ricollego al punto debole di questo troncone: Dorian Gray. Fin alla seconda stagione la scrittura e l’interpretazione di Reeve Carney erano ottime perché oscillavano fra il rispetto dell’opera originaria e una riscrittura coraggiosa ed apprezzabile. In questa terza serie Dorian Gray non è più il protagonista del capolavoro di Oscar Wilde.
Per sette episodi accetta di non essere il padrone della sua vita, supporta un modo privo di delicata eleganza ed esoterica bellezza. Negli ultimi episodi si riscatta e spiega come lui sia un Dio e che ne ha viste di rivoluzioni fallire, esattamente come quella di Lily. E quei pochi dialoghi mi hanno riempito il cuore ma è davvero troppo poco.
Il punto vero è un altro: perché non collegare questi altri due tronconi alla trama principale? Mi sarebbe piaciuto che Lucifero fosse responsabile della magia del quadro di Dorian Gray. Sarei impazzito se Dracula fosse stato lo stesso Dorian Gray. Trash? Forse ma che intreccio ne sarebbe venuto fuori. Il secondo e il quarto troncone risultano dei filler, ottimi filler, ma nulla più e questo mi fa male.
Chiudiamo sulle ultime considerazioni: per rendere più compatta questa terza stagione sarebbero bastati due episodi in più, come detto. Il primo lo avrei inserito nella prima metà e lo incentravi sul rapporto fra Vanessa e Dracula mostrando con più calma quanto avessero in comune. Il secondo episodio lo potevi inserire sul viaggio di ritorno dall’AMMMERICA per dare respiro a questi personaggi.
Mi sarei aspettato dialoghi pregni di emozioni con notizie su questa misteriosa nebbia ed i suoi effetti. L’attracco a Londra è troppo immediato, sa di teletrasporto di Game of thrones. Ho adorato la situazione post nebbia e personalmente l’avrei inserita già dal 6 episodio.
Mi sono dilungato fin troppo per l’attenzione media e spero di non averi annoiato troppo. Per i pochi audaci che sono arrivati fin qui…cosa ne pensate di questa 3 serie? Vi ha convinti il finale o il resto?
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