La serie 4 di Lucifer rispecchia i pregi e i difetti delle stagioni precedenti e in questo senso è pienamente coerente. Ad una impressione generale è piacevole, leggera, che ti scivola come l’acqua sul viso per poi colpirti in certi momenti per la profondità drammatica.
Nelle stagioni precedenti, quello che avevo sempre sottolineato era come mancasse di una vera trama, che si volesse fare l’occhiolino a un genere “crime” senza mai esserlo o che si facessero riferimenti ad un mondo alla “Supernatural” senza andare fino in fondo.
L’unico elemento di collegamento, il centro, il fulcro magnetico che ha portato alla ribalta questa serie è uno solo: Tom Ellis. E’ lui che attira donne innamorate e arrapate, uomini omosessuali e uomini eterosessuali sensibili alla Bellezza. La sua interpretazione di Lucifer Morningstar rasenta la perfezione di un ruolo troppo profondo per una serie come questa.
In questa quarta stagione si toccano livelli psicologici non indifferenti, che però il taglio comedy, della messa in scena e della scrittura, non valorizza. Su tutti l’inutilità recitativa di Lauren German, le sue espressioni sono piatte e il suo talento supera di poco Kristen Stewart. In realtà queste due presunte attrici si assomigliano molto attrici in ruoli che le vorrebbero dipingere fragili ma che nella pratica risultano nulle, anche nei momenti più cupi.
Ed è un peccato perché, rispetto alle stagioni precedenti, le sottotrame sono davvero coinvolgenti. Le vicende di Dan(il bravo Kevin Alejandro) si uniscono con Ella (dove Aimee Garcia mostra di saper tenere tenere toni drammatici). Così come per Rachael e D.B Woodside, rispettivamente la psicologa Linda e l’angelo Amanedeil. La variabile impazzita di Maze(Lesley-Ann Brandt) è sempre divertente e surreale ma senza dare fastidio.
Nei primi episodi sembra il solito vecchio Lucifer ma all’arrivo di Eva(posso accennarlo anche nella parte no spoiler) cresce la storia, oltre che qualcos’altro. Il taglio comedy ci fa immediatamente intuire la funzione di Eva per scatenare la solita ritrita dinamica tanto cara a Renato Zero. Il triangolo Eva-Lucifer-Chloe si presenta come lo stupido pretesto per far passare i minuti eppure finisce per diventare un accenno di trama intrigante.
Eva viene interpreta da una bellissima Inbar Lavi. Evidentemente il ruolo mette l’enfasi sulla fisicità (si nota, fidatevi della mia parola di uomo) e la sua recitazione non è di certo sbalorditiva ma sicuramente superiore a quella di Lauren German(Chloe), la quale del resto ha un ruolo più complesso.
Prima di chiudere la parte no spoiler voglio lodare gli effetti visivi riguardo le mostruosità dei vari personaggi sovrannaturali: non sembrano costumi di carnevale e suscitano le emozioni giuste. Non posso dire lo stesso degli sfondi in green screen, che non hanno la cura di “Avengers-end game”. Ma ho adorato il corpo di Lucifer totalmente trasformato…chi ha seguito la serie ha capito.
Sul lato lato tecnico: regia e montaggi basilari, fotografia mai incisiva ma solo di accompagnamento. Nella media, che non stupisce e non delude. La pecca principale, assente nelle stagioni precedenti, è stata la mancanza di canzoni dove far esplodere il talento da musical di Tom Ellis. Grave errore Bruckheimer, Tom Kapinos and friends( i produttori esecutivi).
Comunque è consigliata, per i vecchi fan e quelli nuovi. Dateci un’occhio su Netflix.
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Non mi aspettavo una virata di trama fantasy come la profezia. L’idea mi ha stupito in positivo ma non è stata sviluppata adeguatamente riducendosi al dilemma amoroso di Lucifer…chi scegliere? Ovviamente ha vinto Chloe, per un momento ho sperato vincesse Eve. La sottotrama di Amenadiel mi ha davvero emozionato perché finalmente la sceneggiatura esplora il rapporto fra gli angeli e la terra (copia e incolla di “Supernatural).
Gli esseri umani meritano l’attenzione degli esseri sovrannaturali? La coppia che forma con Linda è davvero commovente con una Maze che dimostra uno sviluppo psicologico non indifferente. Io ho sempre visto il demone come una bambina che sa squartare persone come respira e qui il ruolo di Linda, la mediatrice di tutti i personaggi della storia, si pone come sua ancora. Maze vede Linda come una madre, così come appare moglie giudiziosa, simbolo di un’umanità positiva, agli occhi di Amenadiel.
Ho apprezzato le ultime puntate in cui l’avvento della profezia agisce fisicamente su Lucifer con un crescendo psicologico. In questo modo lo spettatore può empatizzare completamente sul re di questa serie televisiva. Capiamo come lui finga di essere qualcuno che non è, che il suo bel corpo umano sia un vestito e che se gli altri lo vedessero per chi è sarebbe rifiutato. Per questo è diventato il re della menzogna e dell’inganno, per questo soffre e sente la necessità di giudicare e condannare, perché lui stesso è stato giudicato e condannato da suo padre.
Ho finito qua, ragazzuoli. Ditemi cosa ne pensate, se avete degli spunti che mi sono sfuggiti. Cià, devo andare a recensire “Game of thrones”!
La migliore serie di sempre