Welcome back, guys! Ci siamo fermati su ogni stagione ed adesso possiamo approfondire gli aspetti generali della serie creata da J. J. Abrams, Damon Lindelof e Jeffery Lieber. Ma nel caso che vi siate persi qualcosa: stagione 1 (qui), 2 (qua), 3 (dici qui?), 4 (esattamente qua), 5 (clicca qui!) e 6 (daje clicca).
Cosa ha reso “Lost” uno dei capostipiti seriali? La scrittura a livelli e il montaggio alternato.
Cosa intendo per scrittura a livelli? Una tecnica secondo cui si raccontano avvenimenti di diverso valore narrativo, sovrapposti in maniera non sequenziale, sulla citazione del montaggio delle attrazioni del cineasta russo Sergej Michajilovic Ejzenstejn.
Facciamo degli esempi: abbiamo una sottrama dell’Isola con i suoi misteri primordiali che coinvolge Jacob, Alpert e il Fumo nero (Storia A), abbiamo la sottotrama degli Estranei e della loro nascita con il tramite di Benjamin Linus (Storia B), il presente dei sopravvissuti dell’oceani 815 (Storia C) e il loro passato/futuro (Storia D).
Queste quattro storie vengono alternate…ma come?
Prendono la storia più complessa, la rendono di contorno e con un effetto matrioska si inseriscono le altre Storie. Quindi nella prima stagione ci narrano esclusivamente le vicende dei sopravvissuti dell’oceanic 815 (Storia A) ma sul fondo si danno indizi sulle altre Storie.
Per esempio, nella 1×01 vediamo il Fumo nero impossessarsi del corpo di Christian Shepard o si introduce Danielle Rousseau. Nella seconda stagione si introducono “the others” e il loro capo Ben. Nella terza si ribalta il ruolo da villain degli “Others” e vengono fatti irrompere in scena Widmore e i suoi uomini. Etc…
Quindi basta frammentare le informazioni in una durata narrativa estesa?
No, perché devi tenere alta la tensione nella Storia che stai raccontando, in attesa che si sovrapponga con le altre. E se non ci riesci fai la fine di molti film d’origini che sono scritti palesemente monchi per diventare trilogie (vedi “Alita-angelo della battaglia”).
E se il film floppa all’incasso, i seguiti necessari per l’innesco della trama, non vengono prodotti. Lo stesso vale per delle serie troncate improvvisamente. Adesso parliamo del montaggio alternato.
Questo aspetto è il marchio di fabbrica della serie. Ormai la maggior parte della serie televisive alternano il presente al passato dei vari personaggi. “Lost” ha fatto scuola e viene copiato settimanalmente da autori che non spiccano per originalità.
L’uso di flashback per farci comprendere il presente dei personaggi, annullando così lo spiegone, ha fatto storia. Almeno nell’ambito televisivo, perché a livello cinematografico è un tecnica fondamentale del Noir dal 1940 in poi.
Sul finire della terza stagione i creatori di “Lost” si sono resi conto di aver esaurito i flashback fondanti dei personaggi principali…quindi cosa fare? Aggiungerne altri ridondanti e troppo simili ai precedenti? Alternare flashback di personaggi secondari come riempitivo di minutaggio?
No, hanno preso la via più coraggiosa e pericolosa: non più flashback ma flashfoward.
In effetti sul finire della terza stagione, nel macro episodio finale, ci viene mostrato un Jack tornato alla civiltà , da cui però vuole rifulgere per tornare sull’isola. La prima volta che lo vidi interruppi la visione della serie mandandolo a quel paese…che sapete voi.
Ma gusto soggettivo a parte, io scuoto la testa perché la falla di questa scelta porta ad affondare l’intera quarta stagione: i flashfoward narrativamante sono troppi distanti da quello che succede. Perché dovremmo realmente interessarci degli strazianti patemi cittadini di Jack se il centro della trama ce lo mostra nel passato come stia lottando per la sopravvivenza?
Perché dovremmo empatizzare con le visioni di Hurley in manicomio quando gli uomini di Widmore vogliono sterminare lui e tutti quelli presenti sull’isola, sempre nel passato? Questo rischio ha costretto Abrams and friends a giocare sporco e cambiare il nome ad un personaggio fondamentale come Locke, esclusivamente per un cliffenger da finale di stagione.
Problema simile ma non identico, quello della sesta stagione. In quel caso le vicende nello spazio-temporale parallelo non interessano perché non sono legate a quella che rimane la trama della serie: ovvero le vicende dell’isola. E non conta quanta cura ci sia nel trattare l’universo parallelo.
Quindi, in conclusione: il montaggio alternato, da delizia e vanto della serie, è diventato la croce che “Lost” si è dovuta trascinare stancamente, prima di essere crocifissa nell’ultima stagione. Alla consapevolezza di aver esaurito i flashback narrativamente validi, i creatori della serie avrebbero dovuto accettare l’idea di ridimensionare il numero degli episodi, facendo a meno di quell’elemento ingombrante.
Prima di dare la mia classifica dei personaggi preferiti, voglio esplorare un dilemma che la serie mi ha sempre lasciato. Il ruolo degli “Others”, gli estranei, è stato impostato come nemesi e pericolo per i protagonisti.
D’accordo, una scelta narrativamente vincente ma io mi chiedo: se nella prima stagione gli “others” avessero fatto capire pacificamente ai sopravvissuti del 815 di non essere finiti su un’isola deserta? Se gli avessero dato delle regole da seguire senza causare sangue e sofferenza?
Ethan impicca Charlie e non lo uccide per miracolo. Gli estranei rapiscono persone e di conseguenza i sopravvissuti del 815 poi se la prendono a male e reagiscono (come Danielle Rousseau). Sangue chiama sangue ed è impossibile risalire di chi sia la colpa primordiale.
Perché a loro favore potrei sostenere che gli “Others”, un tempo “the ostile”, non si fidano di chiunque sbarchi sull’isola per via dell’arrivo nel passato del progetto Dharma, con la conseguente guerra. Insomma, “un cane che si morde la coda, sbaglia e si morde i coglioni”…citazione di chi?
I miei 4 personaggi odiati (gli unici!):
4)Micheal
3)La donna nera che interroga Micheal nella finta base degli estranei
2)Kate
1)Shannon
Micheal mi ha sempre dato un fastidio viscerale, non solamente per il suo ruolo da “traditore”. Ma per come il personaggio si pone: istintivo, possessivo, deprimente e piagnucolone. Risulta sempre l’elemento dissonante della trama. WAAALTTTTTTTTTT! Il suo ritorno nella 3 stagione in lo redime, solo in parte.
La donna nera compare poco ma istintivamente la trovo detestabile. E’ difficile spiegarne il perché. Kate è il personaggio più inutile della serie: diventa l’oggetto sessuale dello spettatore medio, funzione ripetuta nella narrazione perché contesa fra Jack e Sawyer. Il suo ruolo non è nient’altro che questo. Su Shannon c’è poco da commentare. è palese.
I miei 5 personaggi preferiti (i candidati sono talmente tanti!):
5)James Ford (Sawyer)
4)Jack Shepard
3)John Locke
2)Benjamin Linus
1)Fumo nero nel corpo di John Locke
Sawyer e Jack, come detto nelle recensioni delle stagioni, hanno uno sviluppo meraviglioso in direzioni diametralmente opposte. John Locke è sempre stato il mio beniamino, il faro che mi spingeva a seguire la trama. Benché dalla 4 stagione in poi lo sviluppo rallenti per introdurti il tema della sua morte.
In questo lasso di tempo i creatori riescono a portare all’apice un altro personaggio che pensavo avesse già dato il suo meglio, ovvero Ben. Anche nella fallimentare 6 stagione il suo personaggio non si ridimensiona e anzi completa il suo arco narrativo.
Discorso analogo per un trascinante Terry O’Quinn che riesce a diversificare il ruolo di John Locke da quello del Fumo nero, che si è impossessato del cadavere di John Locke (o l’ha clonato?). L’interpretazione di O’Quinn vale per intero la visione dell’ultima stagione!
Detto questo, siamo alla fine di questo meraviglioso viaggio in “Lost”. Carissimi, commentate se c’è qualche punto di vostro interesse!
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