Ragazzi, ben tornati alle recensioni di “Lost”. Ciancio alle bande e nel caso non aveste recuperato i miei giudizi sulla prima stagione, fatelo proprio qui…esattamente qui!
La seconda stagione mi è piaciuta leggermente di più della precedente. E se la prima ha avuto il ruolo di lunga introduzione, questa seconda potrei definirla come “la mortale schermaglia”. Finalmente abbiamo traccia tangibile degli “the others” ma lo scontro non avviene a carte scoperte. Almeno fino alle ultime puntate.
La trama si concentra su due aspetti fondamentali: il pulsante ed Henry Gale. Partiamo dalla botola: finalmente i nostri protagonisti riescono ad entrare e trovano dentro Desmond, che scambiandoli prima per i successori e poi come nemici, minaccia le loro vite. Solamente quando Desmond riconosce Jack, ennesimo segno della predestinazione dell’isola, la situazione si risolve.
Desmond fugge e lascia l’onere del pulsante ai sopravvissuti del volo 815. Fin dalle prime puntate nasce il dilemma fra l’uomo di fede e quello di scienza: Jack ritiene che non sia necessario azzerare i 108 minuti mentre Locke afferma che si debba ubbidire al volere dell’isola. Dinamica che evolve inaspettatamente quando Locke passa al ruolo di uomo di scienza perché scopre che nel bunker pearl del personale avrebbe dovuto sorvegliarli come in un esperimento psicologico.
Il ruolo di uomo della fede passa a Mr.Eko, che a differenza di Jack, sa essere fisicamente molto sgradevole quando decide di imporre la sua volontà. Non a caso nel suo passato era un mafioso violento. Mr.Eko mi permette di passare dal pulsante all’altro argomento: “the others”.
L’aspetto più fulgido di questa seconda stagione è la potenza manipolatoria di questi Estranei. Sayid dice al riguardo come non sia stata Ana Lucia ad uccidere Shannon( FIESTAAAAAAAAAAAA) ma la paura che gli Estranei hanno messo a i sopravvissuti delle entrambe le parti dell’aereo Oceanic 815.
Sopravvissuti della parte di coda che ci vengono presentati magistralmente come corrotti, al pari dei protagonisti della prima stagione. Anzi, inizialmente li percepisci come “the others”, perché i loro modi sono altrettanto violenti ed incivili. La scrittura inganna lo spettatore perché mostra gli Estranei rapire Walt e consequenzialmente la cattura di Micheal, Jin e Sawyer. Come già detto, l’omicidio di Shannon (E ANDIAMO!!!!) da parte di Ana Lucia ne è la prova perché sancisce a quale livello di paranoia gli estranei sono riusciti ad arrivare.
In effetti il percorso umano delle due parti dell’aereo è speculare: sperduti ma civili nelle prime fasi, sempre più aggressivi con il passare del tempo dove individui sconosciuti rapivano parte del loro gruppo. Ma questa corruzione non è omogenea, ognuno reagisce a suo modo.
Una ex poliziotta, un truffatore violento, un cacciatore con una borsa di pugnali, un mafioso pentito o una fuggiasca assassina reagiscano immediatamente alla minacci mentre altri come Rose, Hurley, Bernard o Libby si dimostrano ancora ragionevoli. Per queste ragioni Sayid perdona e fraternizza con Ana Lucia e rischia la vita per vendicarsi di qualcuno che non ha mai visto.
Ma adesso parliamo del protagonista assoluto di questa seconda stagione: il presunto Henry Gale, il simbolo assoluto della manipolazione. Si fa catturare (forse perché sta per morire?) e gioca con le menti dei suoi nemici. Fa litigare i due capi dei sopravvissuti, John e Jack, e riesce a convincerli di non essere un Estraneo, sennò altrimenti avrebbe fatto in modo di far cadere Sayid, Kate e Charlie in una trappola, nella ricerca della mongolfiera che l’avrebbe fatto atterrare sull’isola.
Tutto perfetto, così come la sua interpretazione del personaggio, anche se commette un errore e per orgoglio si fa scappare uno sguardo compiaciuto diretto a Sayid. Lo stesso Sayid, come il sottoscritto scrivente alla prima visione, è convinto del contrario e nonostante la credibile testimonianza scava a fondo per trovare la prova della menzogna. La trovano ed Henry si prende le botte, rimane in silenzio pur di non dare soddisfazione ai suoi aguzzini. Afferma unicamente, parlando di sé in terza persona:<<la persona che comanda non perdona>>.
Sembra finita per lui ma la trama inserisce uno dei twist più belli che abbia mai avuto l’onore di guardare: il tradimento di Micheal, partito per cercare suo figlio e tornato miracolosamente alla spiaggia. Eppure Sayid sospetta immediatamente di come sia strano come gli Estranei abbiano ceduto una merce di scambio preziosa come l’uomo.
Con una coerenza inattaccabile è Sayid a convincere Jack del tradimento di Micheal, che ha liberato “Henry Gale” uccidendo in modo straziante Ana Lucia, per coprire le sue traccie, ed una incolpevole Libby, sempre per l’inconscia manipolazione degli Estranei.
Micheal, consegnando Jack, Kate e Sawyer, completa il suo arco narrativo di debole e meschino. Non è un caso che in “Lost” i personaggi che non abbiano più nulla da dire vengano fatti fuori nei modi più disparati. Micheal e Walt vengono “esiliati” sulla terra ferma per farli tornare molto dopo, Shannon muore, Ana Lucia crepa male secondo il suo karma, Libby viene usata come agnello sacrificale per dimostrare ancora una volta come Hurley sia stato maledetto. Un’altra dimostrazione è il ritorno di Desmond che assurge ad una nuova funzione.
Le scene che ho preferito risultano diverse ma le migliori sono i dialoghi a proposito del pulsante e tutte le parti con “Henry Gale”, la location del bunker a discapito della spiaggia dove non succede granché. La scena degli omicidi di Micheal e il suo tradimento sono notevoli anche sotto il punto di vista registico. Lodevolissimi i primi 4 episodi dove il montaggio si concentra soprattutto sulle sorti di Micheal, Jin e Sawyer.
Kaghemusha, allora è tutto oro che quello che luccica, chiederete voi? Ovviamente no perché ci sono delle sbavature.
Le peggiori riguardano le visioni. Accetto e condivido la scelta di avere visioni durante il sonno o sotto l’effetto di sostanze allucinogene, perché questo è il modo di comunicare da parte dell’isola. Nella trama futura scopriremo come Walt abbia dei poteri ben specifici ma trovo offensivo usare un trucchetto come questo, con un tale livello di professionismo della scrittura, per vivacizzare i tempi morti e per portare avanti la trama.
Il secondo aspetto più fastidioso sono gli stacchi di un dialogo pregnante con l’irrompere dell’azione improvvisa, sullo stile del “ti amo” interrotto dal telefonino. Lo fanno dalla 2×19 alla 2×23, e sempre su momenti di altissimo pathos. Lo fanno nel bacio mancato di Jack e Kate, nel dialogo fra John e “Henry Gale” per concludere con Kate e Sawyer. Sa di televisivo brutto, è squalificante per una serie che in più punti tange l’ambito cinematografico!
Il montaggio migliora ulteriormente rispetto alla prima stagione, come l’intera 2×07, a parte gli ultimi ridondanti cinque minuti finali, e la grande tensione emotiva fra il finale della 2X16 e l’inizio della 2×17. Anche se in certi momenti “va di fretta”, come nella 2×24 quando Charlie ed Eko recuperano la dinamite. Il passaggio dalla foresta al bunker è dato da un’inquadratura, a differenza della prima stagione, dove il trasporto della dinamite era seguito con più disponibilità temporale.
Chiudiamo, ahimé, su due piccoli buchi di sceneggiatura: perché le donne non comunicano immediatamente a Jack di aver trovato in mare la bottiglia con i messaggi, prova dell’ incidente subito dalla zattera? Perché nei flashback Libby, disinteressata dal mondo materiale quanto vuoi, regala una barca a vela a Desmond, uno perfetto sconosciuto?
Chiudiamo come da prassi sui personaggi preferiti ed odiati di questa stagione. Riguardo gli odiati, questa seconda stagione riesce a sviluppare coerentemente tutti i personaggi e questo restringe la mia caccia al peggiore. Il vincitore è quel grandissimo figlio di pu***na di Micheal, già disprezzato nella prima stagione ma al tempo ancora acerbo, al secondo posto la donna nera che accoglie Micheal nel campo “fake”.
Shannon non è più detestabile ma ho goduto comunque dalla sua morte. I miei preferiti sono, nell’ordine: John Locke, Mr.Eko, Jack, Libby, Henry Gale. Lo sviluppo di Sawyer risulta sii interessante ma sottotono. Kate è diventata una macchietta con esclusivamente due funzioni: essere il figone dell’isola e risultare l’oggetto della contesa fra Jack e Sawyer.
Alla recensione della terza stagione!
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