(L.SCAFARIA)
Non è il film che mi aspettavo. Per certi versi è davvero coraggioso, per altri si tira indietro sul più bello. La storia è tratta dalla vicenda realmente accaduta di una gang di spogliarelliste che diventano truffatrici spillando migliaia di euro a notte agli avventori. Mi ero preparato ad un femminismo becero, ad un girl power vomitevole, con l’immancabile apologia della donna maltratta ed umiliata.
Invece mi sbagliavo perché in un tutta la prima parte le spogliarelliste vengono dipinte realisticamente. Le vediamo sotto una luce decisamente provocatoria: donne che parlano di sesso e dell’uomo da un punto di vista femminile. Eh si, perché troppo spesso le donne vengono descritte dal punto di vista maschile ed immediatamente mi balza alla mente l’irriverente satira di “Venere in pelliccia” di Roman Polanski.
Ho adorato la prima parte de “Le ragazze di Wall Street”, quella pre 2011, dove il potere di queste donne è “legittimo”, esattamente come i loro guadagni. Verosimilmente si mostrano uomini ricchi e patetici, prigionieri dei loro disperati capricci. I problemi di trama scattano allo step successivo: quello post 2011.
Non ho apprezzato la maniera in cui la sceneggiatura si tira indietro e da quel momento descrive le protagoniste come povere vittime di questi “schifosi uomini che derubano il paese”. Da carnefice a martire in un battito di mani…maddai!
La scena del “servizietto” di Destiny, “costretta” dalle necessità economiche, e retribuita solamente con tre banconote da 20, non mi ha fatto empatizzare con la scena. Anzi, mi ha fatto incazzare perché 10 minuti dopo il personaggio di Jennifer Lopez tira fuori un monologo patetico sul fatto che truffare “illegalmente” gli uomini di Wall Street sia moralmente giustificato.Per darne enfasi retorica, cita il fatto che quegli uomini stiano spendendo al night i soldi delle pensioni dei pompieri.
Quindi truffare i truffatori è legittimo. Al riguardo avrei qualcosa da ridire: loro stesse come spogliarelliste si fanno pagare per ballare e a differenza della prostituzione non danno nemmeno il servizio completo. Quindi sono truffatrici di per sé. al pari di tante categorie lavorative.
Ma soprassediamo e parliamo dell’eventualità che questa direzione di trama possa essere una critica verso le spogliarelliste stesse. Anche perché nella scena finale il personaggio di Jennifer Lopez scaglia un bell’aforisma:<<Il mondo è come un night. C’è chi balla e chi paga>>. Battuta vuota ad effetto o effettiva critica sociale? Se fosse la seconda l’apprezzerei davvero, ma il film non lo rende chiaro.
Da commedia dark si conclude in dramma sociale, dove allo spettatore si “buttano addosso” queste donne in tutta la loro mediocrità; fra soldi, borse, cattiveria e sessualità sovraesposta. A livello di sceneggiatura, accetto, ma non condivido, perché la scelta risulta coerente benché ci sia una caduta non trascurabile.
Quando Destiny rincontra Vega (Jennifer Lopez) non è chiaro il motivo dell’allontanamento fra le due, in relazione a quello mostrato precedentemente (del loro rapporto esclusivo e delle difficoltà economiche di Destiny). Il tutto perde di senso. Evidentemente risulta, anche all’occhio dello spettatore inesperto, un passaggio di trama obbligato. Almeno provare a camuffarlo…
L’enorme problema de “Le ragazze di Wall Street” è il montaggio. Si opta per questo registro narrativo ad inchiesta, dove la protagonista Destiny racconta ad una giornalista le sue vicende. Eppure questa scelta, non solamente non aggiunge empatia alla trama, ma anzi appesantisce la struttura rendendo la parte centrale ripetitiva e noiosa.
Si potevano tagliare almeno 15 minuti e forse anche 20. Anche a causa di una ridondanza della tematica della truffa. Le scene di loro che drogano e rubano i clienti sono troppe e stancano e si arriva alla fine che non ne puoi più.
Parliamo del lato tecnico: convincente la regia di Scafaria che accompagna una fotografia quasi da noir. Interessanti le location scelte per il club o per l’attico di Vega. La recitazione? Tutte le girls sono decisamente in parte, senza però brillare, escludendo una Jennifer Lopez che si mette a nudo.
Non esclusivamente per gli abiti succinti ma perché accetta il ruolo di “villain” della pellicola. Parte come faro, unico riferimento positivo, per scivolare gradualmente nell’avarizia e nel marciume morale. Brava e coraggiosa, J Lo! Altre star di Hollywood non l’avrebbero fatto…vero, Will Smith?
Nel complesso, il film è consigliato. Poteva capitarci una boiata senza precedenti e ci è andata di lusso. Riceverà qualche nomination agli Oscar 2020: pronostico una miglior sceneggiatura originale e una migliore attrice non protagonista per Jennifer Lopez.
PS: Improvvisamente mi sono reso conto come “Wall Street”, si traduca con “la via col muro”…wow 🙁
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