La storia del Cinema si è rinnovata negli ultimi 20 anni. L’ennesimo sviluppo ha il nome di “serialità”. Stiamo assistendo a fenomeni incomprensibili per chi non sia addentro alle meccaniche di questi anni. Ormai il film preso singolarmente sembrerebbe non attecchire più sul pubblico mainstream che tende preferire film come capitoli di una stessa lunga narrazione.
Almeno così direbbero gli incassi, ma si sa che la controversia vecchia come il cucco spunterebbe fuori come un fungo genitale. “E’ il pubblico che costringe le produzioni o il contrario?”. Per quello che riguarda la mia più che modesta inutile opinione ritengo che la verità stia nel mezzo. Le produzioni tentano una certa nuova strategia economica che il pubblico accoglie positivamente, spronando quelle e altre produzioni, con un effetto domino.
Prima di avvicinarci all’epicentro della serialità cinematografica chiamato Marvel Cinematic Universe, citiamo i predecessori. Qualcuno potrebbe citare il relativamente lontano “Godfather part 1 and 2”, ma non accetterei l’asserzione di serialità nel significato più contemporaneo. Le due parti sono indipendenti e possono godersi a prescindere.
Forse il primo caso significativo che mi viene in mente è quello di “Kill Bill” di Quentin Tarantino. In quel caso la storia viene spezzata nettamente in due tronconi e lo dimostra il fatto che l’uccidere Bill, riferimento al titolo, avvenga esclusivamente nella parte finale del secondo film.
Negli anni 2000’ si è diviso il capitolo finale di una saga. Vedi “Twlight”, “Harry Potter”, etc, ma in quel caso non si prescinde dallo strappare più biglietti approfittando dell’evento del capitolo finale. Mancava però l’idealismo che poi venne negli anni seguenti, ovvero quello di scrivere una storia come un puzzle, uno spezzatino di indizi e avvenimenti che possono essere ricomposti solamente dopo la visione di più opere cinematografiche.
Evidentemente il modello era la serialità televisiva che già dagli anni 80’ stava prendendo piede con il capostipite di “Twin Peaks” di Lyncheana memoria. Quindi eccoci al famigerato e ormai storico MCU. Eppure nella mia prima visione molto recente delle trilogie di “Star wars” ho scoperto degli interessanti precedenti.
E ve ne parlerò approfittando di questa occasione per dare un MIO giudizio sintetico sui capitoli, in attesa dell’attesissimo IX capitolo. Arriverò immediatamente al problema del fandom, nel quale non sono compreso.
Episodio VIII può considerarsi canonico? E’ in filo diretto o indiretto con la trilogia classica e quella prequel? Per vostra sfortuna, caro fandom, lo è. Questo perché Ryan Johnson ha sviluppato tematiche GIA’ presenti nei capitoli precedenti. Tematiche che io ritengo problemi alla base…
1)Cos’è la Forza? Come funziona esattamente?
Il buon Lucas non lo spiega chiaramente e con una super cazzola degna del “Sarchiapone” fa dire ai Jedi che è la “forza dell’universo che puoi sentire dentro di te”. D’accordo, il collegamento con essa è di tipo spirituale ma nello specifico quali sono le dinamiche? Non s’adda sapere.
Non mi stupisco che Johnson prenda quell’idea e la allarghi, eccessivamente, a qualunque essere vivente che non sia un Jedi o un diretto erede della famiglia Skywalker. Chi lo potrebbe criticare? In fondo sta seguendo le linee di guida di Lucas. Quello stesso autore che ha fatto dire ai suoi personaggi che Anakin sia il frutto di un esperimento senza però spiegare nulla al riguardo. Perfetto.
2)Lato Chiaro-Scuro
A me dispiace dirlo ma Star Wars è una favola prodotta con molti soldi perché sappiamo tutti come nella Vita non esista il bene ed il male, ma solo sfumature…e non di rosso, di nero e di grigio! Ed è risaputo come una favola non possa mai evolvere, per la sua natura “esemplare”. Quindi risulta inevitabile come negli episodi VII-VIII-IX si ripropongano soprattutto le tematiche della trilogia originale, con qualche riferimento alla prequel.
Se il centro della saga è sempre stato il conflitto morale fra bene e male, impero contro resistenza, chiaro versus scuro, perché ora dovrebbe cambiare qualcosa? Inevitabilmente risulta una minestra riscaldata, una ex con cui vai dopo tanti anni e non mi stupisce che Ryan Johnson abbia tentato il colpaccio rovesciando l’unico presupposto paradossale dei primi 6 capitoli: la Forza è in tutti noi ma esclusivamente pochi eletti la possono usare.
3)Altri dettagli
Si ci è lamentati della morte di Luke Skywalker, anche per me aberrante. Ma voglio ricordare come fosse altrettanto ridicola la morte di Yoda in quella ciofeca di episodio VI, avvenuta in circostanze simili. Così come un Kai Loren palesemente la brutta copia di Anakin Skywalker dei prequel, e infine l’intenzione di avvicinare Rey a quello che fu il ruolo di Luke. Sui poteri Jedi di Leia c’è poco da dire: se la Forza è insita anche nel bambino che chiama a sé la scopa, perché non dovrebbe esserci nella primogenita di Anakin?
Certo, potremmo interrogarci sulla volontà di cancellare il vecchio per affermare il nuovo, riportando però il vecchio nel capitolo IX. Dark Andross afferma il vero quando da della “merdilogia” agli ultimi 3 episodi, eppure la puzza c’era già prima. La trilogia classica ha qualcosa di paradossale: spreca episodio IV a narrare un filler quando avrebbe potuto raccontarci qualcosa su Palpatine, Dark Fener, sul passato di Han Solo e Leia.
Episodio V è perfetto sotto quel punto di vista e nel VI i buoni intenti vengono affogati dalla necessità della risata e dell’azione sprecando così tempo per tematiche ben più pregnanti, quali un verosimile riscatto morale di Dark Fener e l’approfondimento sull’allenamento di Jedi di un impreparato Luke. E ancora non mi stupisco come Ryan Johnson liquidi quello di Rey in 10 minuti sullo schermo in episodio VIII, quando non è che Luke nel V ci sia stato molto di più.
Mancanze che Lucas ha tamponato con la trilogia prequel e spin off vari…non sarebbe stato meglio una sola trilogia ben strutturata con l’alternarsi di vicende passate e presenti, invece di ostentare le noiosissime battaglia spaziali (con una CGI da galera)? D’accordo si chiama “Star Wars” ma si poteva trovare una via di mezzo.
E mentre univo questi pensieri sulla saga di Lucas sono istantaneamente arrivato ad una conclusione: questo è l’MCU nello spazio. Ci sono le stesse dinamiche: un’ironia fastidiosa e onnipresente con personaggi buffi che devono far ridere, tante battaglie, spezzatini di informazioni nascosti in 6 e più film a favore di un azione ridondante, lo scontro fra il bene e il male, in forma assoluta e irrealistica.
Thanos è Palpatine, Steve Rogers è Luke, Han Solo è Star Lord o Drax, i robottini del cazzo corrispondono a Rocket e Groot, Leyla è Black Widow, Yoda come Doctor Strange, etc. Certo, le dinamiche non sono identiche ma si adattarno al mondo comic da cui questi personaggi dell’MCU sono tratti. Quindi il predecessore dell’MCU tiranneggiato da Kevin Feige è “Star Wars”!
Ma le conseguenze artistiche di tutto questo?
Ormai in modo preoccupante molti più film vengono pensati come primi capitoli di una futura trilogia. Negli ultimi anni i primi esempi che mi vengono in mente sono “Robin hood-l’origine della leggenda“,”Alita”, Macchine mortali”. Qual è il problema? Che se nel caso il box office non garantisca delle entrare largamente superiori ai costi, il film rimane singolo…e monco!
Il caso più emblematico e doloroso riguarda uno dei migliori film del 2018 con la regia di Villeneuve: “Blade runner 2049”. Dove ad uno stupefacente lato visivo non corrisponde una qualità di scrittura, che cerca in tutti i modi di trattenere informazioni fondanti per inserirle nel sequel che non si farà mai (parlo specificatamente di Freysa e del gruppo rivoluzionario). Quindi un’opera che apre diverse sottotrame per chiuderne mezza, lasciando l’amaro in bocca allo spettatore più esigente.
E non esclusivamente per loro ma anche per il grande pubblico. Perché quello che non hanno capito i produttori è che se vogliono avere la certezza di ottenere una trilogia o una saga, si preoccupino di finanziare una storia auto conclusiva di successo.
Prendiamo “Joker” con Phoenix. Ne faranno un seguito, economicamente è inevitabile, ma l’idea originaria è che il film fosse uno “stand alone”. O gli stessi “Fast and furios” film conclusi e godibili, per alcuni, da cui possono nascere degli spin off, vedi “Hobbs and Shaw”.
Nella maggior parte dei casi la regia e la recitazione spesso si avvicinano ad un impianto seriale televisivo, dove c’è un abbassamento notevole rispetto a prodotti cinematografici singoli. Anche perché, in mancanza di idee, la serialità si ripropone con un’accanimento terapeutico con reebot, remake e spin off.
Eviterei di parlare dei live action Disney, lo si è fatto abbastanza. E’ evidente come siano una meschina manovra di marketing per spremere lo spettatore dell’innocente nuova generazione e quella malinconica della vecchia.
Insomma, se da un lato la serialità potenzialmente permette di sviluppare una storia in un tempo maggiore, dall’altro giustifica dilettanti a dilungarsi nelle loro mediocrità narrative, con una sovrabbondanza di filler e di una ripetizione infinità di stilemi già introdotti. Perché non tutti sono J.J Abrams, David Lynch o Gilligan…
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Toucһе. Great arguments. Keep up the amazing spirit.