(A.MUSCHIETTI)
La mia opinione si potrebbe riassumere così: in 2 ore e 45 minuti ci sono 31 jump scares, 2 scene mi hanno inquietato, 2 scene mi hanno emozionato e ho sbadigliato 7 volte. Ovviamente non potevano mancare gli stereotipi sulla violenze sulle donne e sugli omosessuali. Ma per onestà intellettuale srotoliamo le deduzioni dietro a questi dati.
Questo secondo capitolo ha gli stessi difetti del capitolo 1, quello che cambia è la durata. La scrittura è indecente per la potenzialità dello sviluppo di trama, ovvero il romanzo omonimo di “Stefanone re”. Prima di addentrarci ricordo che lo sceneggiatore si chiama Gary Dauberman, il quale può vantare lavori come “The Nun”, “Annabelle 3” e “Annabelle 2: creation”. Insomma, un vero genio dello scrittura cinematografica!
La storia è un ammasso di nulla e le intenzioni del fenomenale Dauberman erano quelle di rendere un atmosfera angosciante ed avvolgente su cui far “scivolare” le fragili storie umani dei “perdenti”. Ma la successione delle scene è troppo serrata per farci entrare nel mood, i dialoghi raramente ci danno informazioni sui sentimenti dei personaggi e il tutto non fa empatizzare lo spettatore.
Inoltre il geniale Dauberman decide di tenere alta l’attenzione, ovviamente inesistente, con un sproposito di jump scare che spuntano come i funghi di gonorrea sul pene moscio, con l’amante che ti guarda storto. Anche perché 3/4 della trama appare inutile! ☹
La parte centrale è fiacca e non fa immergere lo spettatore nei dolori dei protagonisti e, nonostante io non abbia letto il romanzo, ho intuito come mancassero parti del romanzo. La parte iniziale e finale raccontano qualcosa, ma come già detto sono davvero troppo frettolose. Nel finale però si riesce a respirare per qualche momento le genuine intenzioni del geniale Dauberman.
Anche se non per merito suo, ma per quello del regista Andy Muschietti, del dop e del reparto effetti speciali. Un Muschietti che svetta con la sua regia ispirata che da un appiglio allo spettatore, che può ALMENO godere di belle immagini. Di pari efficacia gli effetti visivi del clown Pennywise, con trucco e parrucco, e di tutti gli altri mostri.
La recitazione è scialba perché i bravi attori, su tutti la Chanstain e McAvoy, non hanno nulla su cui lavorare. I personaggi sono piattissimi, non si racconta nulla del loro passaggio da ragazzini ad adulti, non ci mostrano o spiegano come si siano riscattati da un’infanzia così traumatica.
E’ ormai storia vecchia: per non fare gaffe gli incapaci nel dubbio tacciono e nello specifico gli scrittori glissano in favore di un azione insensata ma serrata. Un accenno di trama si ha quando il clown fa liberare Henry Bowers, personaggio che però non ha uno sviluppo. Compare dal nulla per uccidere, non dice più di tre parole di fila e muore come uno stronzo. Quanta emozione!!! 😉
Parliamo di Pennywise…che non fa paura. Quello della miniserie degli anni 90’ la faceva perché era realistico. Questo Pennywise 2019, benché sia evocativo al livello visivo con un trucco manieristico e gli abiti stravaganti, non sembra reale, ed a parte quando mostra i denti, appare spesso come Krusty comico ubriaco.
Capisco che lo volessero rendere surreale ma spesso scivola nel ridicolo. Non a caso mette inquietudine nella scena finale dove finalmente si mostra nella sua forma finale.
Chiudo sulle scene che mi hanno angosciato ed emozionato. L’unica scena che mi ha inquietato davvero è lo scontro fra Beverly e Pennywise nella casa del padre di lei. Intendiamoci, la vecchietta impossessata non mi ha fatto neanche ridere, figurarsi paura, ma l’atmosfera e la regia di Muschietti mi hanno convinto.
L’altra scena che mi ha colpito è quella nella sala degli specchi dove Bill si lancia per salvare il bambino. Ovviamente si vince facile con il riferimento a “The lady from Shangai” di Orson Welles ma la resa registica è stata ottimale.
Le SOLE due scene che mi hanno emozionato sono il bacio finale sott’acqua fra Beverly e Ben e quella finale dove i “perdenti” riducono il corpo gargantuesco di Pennywise a quello di un bambino. Sul fare finale della scena ho avuto pietà di Pennywise, anche per merito di questi effetti visivi molti creativi.
Nonostante la stroncatura voglio chiudere con un apprezzamento alla fantasia con cui i responsabili degli effetti visivi hanno reso le forme di Pennywise. Bravi! Ma solo loro e Muschietti perché il film nel complesso è bocciato, Sconsigliato per chi ha letto il romanzo, per chi non l’ha fatto e per chi non ha fatto nessuna delle due cose.
Insomma, è una MERDAAAAAAAAAAAAA! ☹
Cosa ne penso di questo film, beh una merda, Muschietti ti sei fatto fortemente dal Budget
Eh volevo dire fottere dal budget
L’hanno fatto sulla scia del primo, che ho trovato diginitoso ma nulla più. Questo secondo manca di una storia e quindi annoia PER FORZA!