(SHYAMALAN,2019)
Terza punta della trilogia, Glass sta nel centro perfetto fra Unbreakable e Split. Dalla prima opera prende la regia ispirata e l’atmosfera misteriosa, dalla seconda il ritmo blando e la storia inconcludente. Per essere un cinecomic Glass è un film da un budget di “soli” venti milioni di dollari e lo si vede. Le location si contano sulle dita di una mano e in sala non ho notato effetti visivi strabilianti. Sono rimasto molto deluso che lo scontro finale avvenga in un piazzale vuoto con due alberi e una cisterna d’acqua quando si è illuso lo spettatore che sarebbe stato in cima ad un grattacielo.
Il film però inizia in modo intrigante: David Dunn, Bruce Willis, è alla ricerca di Kevin Wendell Crumb, James McAvoy, che ha rapito delle cheerleader (scioccante per un film americano!). Dunn trova e salva le ragazze e si scontra con la bestia, la personalità definitiva e dominante di K.W.Crumb.
Ti aspetti uno scontro all’ultimo sangue: la bestia che cercava di spezzare gli arti all’uomo indistruttibile, che ovviamente non si sarebbe fatto niente…invece si spingono come adolescenti sbronzi, si abbracciano con troppo affetto e cadono da una finestra…perché?
Ovviamente per farsi catturare dagli sbirri e mandare avanti la storia!
Devo chiarire immediatamente un punto: per scrittura i comprimari sono più interessanti dei protagonisti. Prendiamo Joseph Dunn, il figlio di David, e la madre di Elijah Price: sono estremamente commoventi mentre cercano di salvare i loro cari. In questa direzione si conferma il talento della giovanissima Anya-Taylor Joy che interpreta per la seconda volta il ruolo di Casey Cooke. La Joy riesce a gareggiare attorialmente con veterani affermati come McAvoy, Willis e S.L Jackson, che però in questa pellicola appaiono decisamente sottotono.
La trama principale inizia con la detenzione dei due supereroi nel centro di psichiatria curato dalla dottoressa Ellie Steple, Sarah Paulson. L’intera parte centrale è un ammasso informe di noia, decisamente la parte peggiore del film. Shyamalan, sceneggiatore dilettantesco ormai rinomato, non perde né il pelo né il vizio e commette lo stesso errore di Split. Pensa che personalità psichiatricamente complesse possano essere comunicate e interiorizzate dallo spettatore con qualche smorfietta, un paio di frase fatte e qualche taglio di montaggio alternato.
Non funziona, lo vuoi capire o no?!!
Quindi K.W Crumb diventa il comic relief della pellicola, un simpatica macchietta di quartiere come il Venom di Tom Hardy, quando in Split si nutriva di corpi umani a morsi. Per David Dunn, si è deciso di contraddire la sua storia, rettificando la sceneggiatura di Unbreakable diciannove anni dopo. Doveva sistemare una tensione narrativa inesistente, dovete capirlo.
Sempre a lamentarvi, voi. Almeno non si è inventato un fratello di nome Aurelio.
I subdoli primi piani e gli atteggiamenti di Elijah Price, che appare più un vegetale che un essere vivente, sono la sola spinta di tutto questo pastone informe. Sappiamo dal trailer che farà scappare la bestia e il titolo del film, Glass, corrisponde al soprannome che gli veniva dato da bambino.
Elijah Price deve servire a qualcosa, insomma!
Di questa parte centrale si salva solo la conversazione che la dottoressa Staple tiene con i tre “supereroi”. Non è solo una scena tecnicamente validissima ma per la prima volta dall’inizio del film si indagano le ragioni psicologiche dei tre protagonisti. Una scena lunga, senza tagli, solo primi piani e parole consumate fra pause lunghe e dolorose. La dottoressa mette in discussione le convinzioni di quei tre uomini che si sentono diversi, che si sentono eroi dei fumetti…e se non lo fossero?
Ovviamente queste parole colpiscono anche gli spettatori, la maggior parte dei quali idolatra il comic e tutto quello che gli gravita attorno. Sembra proprio una critica sociale e me ne sono stupito. Stavo balzando in piedi sulla mia poltrona vip gridando al miracolo ma per fortuna che ho l’abitudine di contare fino a trenta prima di esternare qualsivoglia emozione. La trama mi dimostrerà come quella sottotrama non fosse altro che un cliffenger da quattro soldi.
Quindi Elijah fa evadere la bestia, colpo di scena!, e si incominciano a vedere un po’ di sane mazzate, che al netto però non sono granché. Qui si palesa come Shyamalan non sappia girare scene d’azione soddisfacenti, dovrebbe prendere qualche lezione dai curatori dei combattimenti di Daredevil, serie Netflix. Quindi succedono cose: Elijah Price provoca Dunn per fargli sfondare la porta in acciaio della sua cella, la dottoressa Steple scopre l’evasione e tutti i 7 personaggi si ritrovano fuori dalla clinica.
E famo sta ammucchiata…
Lo scontro finale non mi è affatto dispiaciuto e si pone come la parte migliore del film. Ci sono ancora le mazzate, scenograficamente ancora non affatto appetibili ma si respira l’aria del complotto. Si palesano le dinamiche tra i personaggi: Joseph Dunn svela alla bestia come Elijah Price abbia ucciso suo padre negli attentati di Unbreakable.
Allora la bestia affronta Elijah che cerca di placarlo con un discorso simile a quello di Sebastian Shaw al magneto di Fassbender in “X-men, l’inizio”. E come in quel caso non c’è perdono per gli assassini dei genitori dei protagonisti.
Lo scontro tra David Dunn e la bestia è coinvolgente, sono palpabili la rassegnazione del primo e la furia del secondo. Lo spettatore è certo che la morte stia arrivando per portarsi via qualcuno. Arrivano le forze dell’ordine ma non è la polizia. Sono addestrati, usano armamenti di tipo militare.
Il primo soldato, sotto ordine della dottoressa Steple, trafigge Kevin Wendell Crumb fra le braccia amorevoli di Casey; un secondo, con un agrifoglio tatuato sul polso, non arresta David Dunn ma lo affoga, perché l’acqua è il tallone d’achille del protagonista di Unbreakable. La dottoressa Steple gli si avvicina, gli porge la mano…per salvarlo?
No, vuole che Dunn usi il suo potere per rivivere i ricordi di lei…la dottoressa fa parte di un setta massonica che protegge l’umanità dai supereroi, perché “non ci possono essere divinità fra gli uomini”.
Ricapitoliamo un momento: un super villain comparso dal nulla…manca solo che la mente del gruppo, ormai morta, abbia trovato il modo per informare gli eredi supereroi per portare avanti la crociata. Sarebbe un’ottima trama per un merdosissimo cinecomic che supplica un sequel, in ginocchio e con la bocca aperta.
Cosa dite: è proprio così?
Quindi Elijah Price ha inviato i download delle immagini di sorveglianza a sua madre, Joseph Dunn e Casey Cooke, persone insospettabili!, così da poter diffondere la verità sul web e smerdare gli “Agrifoglini”???
MA PERCHE’
GRANDE REGISTA
NUN VAI A PIJIARTELO
NDER C**O
(SENZA VASELLA!)
IN TUTTI I MODI, IN TUTTI I LUOGHI E IN TUTTI I LAGHI?
Shyamalan, sei l’ennesimo Autore che ha prostituito la propria dignità artistica per far lievitare il conto in banca.
Con me hai chiuso.
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