Qui sono elencati, con una brevissima recensione, le opere audio-visive(film, serie tv, anime) visti nel mese di Gennaio del 2020 e non recensiti nelle sezioni apposite. Avete recuperato quelli di Dicembre, vero? Altrimenti fallo qui! Ripeto: sono solo quelli VISTI nel periodo indicato ma che potrebbero essere usciti in qualunque altra data. Sono nell’ordine in cui li ho visti.
-NEON DEMON (N.W REFN)(2016) netflix
Il fascino visivo è indiscutibile, quasi abbagliante. Forse eccessivo, perché fin dall’inizio ho percepito il malessere di come il regista Refn volesse più stupire che emozionare. Quindi per un primo tempo burtoniano (con un uso delle musiche che si avvicina spudoratamente al plagio), nel secondo si vira verso il perfetto ibrido tra Aronofsky e Lynch. Il reale problema è la predominanza assoluta della messa in scena sulla storia e sulle emozioni.
La trama vorrebbe essere profonda ma gratta solamente la superficie, trattando l’abusatissimo tema della bellezza e il suo rapporto con il mondo. La recitazione è buona ma non eccelsa: Jena Malone (Ruby) strappa la scena a tutti, Fanning compresa. A tratti come un videoclip da altissimo budjet, Refn vuole strafare per dimostrare scioccamente di essere il migliore, come un pavone davanti allo specchio.
Per alcuni è un capolavoro, per me rimane un esperimento potenzialmente interessante, magari per le prossime produzioni del regista. Io ho una malattia gravissima: vorrei che i film comunicassero prima emozioni che belle immagini…
CITAZIONISTA!
Regia=7.5 Montaggio=7 Scrittura=5.5 Recitazione=7 Effetti visivi/fotografia=8.5 Altro=8
Tot+bonus=7.5 su 10
-DOVE LA TERRA TREMA (EARTHQUAKE BIRD) (W.WESTEMORELAND)(2019) netflix
Lo ammetto: per tutto il primo tempo mi ha quasi illuso che potesse essere un bel film, poi la trama caracolla su se stessa con un finale davvero scialbo ed inconcludente. Lo snodo centrale della sceneggiatura (l’evoluzione ultima della protagonista) diventa ridondante e non raccoglie nessuno dei buoni spunti proposti.
Se a questo aggiungiamo una regia nella media, una fotografia solamente sufficiente e una recitazione intensa ma non eccelsa, “Earthquake birds” non può di certo elevarsi dalla media. Alicia Vilkander (vista ultimamente nel “Tomb raider” del 2018) è brava così come Riley Keough e Naoki Kobayashi, al pari delle musiche, ma questa non basta per apprezzarlo completamente.
GIRA SU SE STESSO!
Regia=6 Montaggio=6 Scrittura=5.5 Recitazione=7 Effetti visivi/fotografia=6.5 Altro=6
Tot+bonus=6+ su 10
-AMITYVILLE- IL RISVEGLIO (AMITYVILLE – THE AWAKENING) (F.KHALFOUN)(2017) netflix
Reebot della saga storica di ben 17 seguiti a partire dal 1977, il film non brilla per originalità e si palesa come il “solito horror”. Eppure l’atmosfera è davvero intrigante e coinvolgente, grazie al supporto di una buona regia e di un’angosciante fotografia. Riguardo agli attori, a riscattare una piatta Bella Thorne sempre mezza nuda, ci pensano le certezze interpretative di Cameron Monaghan e Jennifer Jason Leigh.
In questo film si dimostra ancora una volta il talento ancora acerbo di una giovanissima McKenna Grace (vista in “Annabelle 3”, “Tonya” e “Captain Marvel”). Il finale, con la chiarissima citazione a Shinning, è una piccola chicca da gustarsi. 14 jump scares all’attivo. Avrà i suoi difetti ma l’ho trovato davvero gradevole per una serata di noia, a tal punto da voler recuperare la saga originale.
ANGOSCIANTE!
Regia=6.5 Montaggio=6.5 Scrittura=5.5 Recitazione=6.5 Effetti visivi/fotografia=7 Altro=6.5
Tot+bonus=6.5 su 10
-PLAYMOBIL- THE MOVIE (L.DI SALVO) (2019) cinema
Per essere uno dei cinque peggiori incassi americani di sempre nel primo weekend, mi aspettavo molto di peggio. Non si differenzia troppo dalla melma mediocre dei prodotti animati per i più piccoli. La cgi non è oscena, la sceneggiatura è la solita ciofeca e il ritmo difetta ma non troppo. La brutta copia di “Lego movie” in ritardo di qualche anno, il film pecca per non osare mai, puntando unicamente sulla cara e vecchia prevedibilità.
La trama si pone nella stanca riproposizione di un “Jumanji in salsa Lego” e non cerca di accattivarsi in nessun modo il pubblico adulto. Nel complesso è un film davvero noioso, eppure non me la sento di criticarlo troppo negativamente. Anya Taylor-Joy è davvero sprecata, spero che almeno abbia guadagnato bene.
INSIPIDO!
Regia=5 Montaggio=5.5 Scrittura=3.5 Recitazione=6 Effetti visivi/fotografia=7 Altro=6
Tot+bonus=5.5 su 10
-ALL CHEERLEADERS DIE(L.MCKEE-C.SILVERSTON)(2013) netflix
E’ un film che definirlo spiazzante è dir poco. “All cheerleaders” deficita di qualità tecnica a tutti i livelli ma esplode con un’originalità di idee che scalda il cuore dello spettatore. Un film pieno di trovate che irrompono nel pulp trash e nel sano divertimento. Senza retorica, il film salta da un genere all’altro con una sicurezza invidiabile (si passa dal teen horror al fantasy in un battito di ciglia).
Chiaramente spesso inciampa nel no sense e nel “what a fuck”. L’uso delle musiche ne è la prova: sconclusionato e disomogeneo, in più punti sembra parodizzarsi intenzionalmente. Che questi fossero i piani di McKee e Silverston (registi e sceneggiatori) non posso affermarlo ma il risultato è uno dei film trash più belli che abbia mai visto.
DELIRANTE!
Regia=4.5 Montaggio=5.5 Scrittura=4 Recitazione=4.5 Effetti visivi/fotografia=5- Altro=5
Tot+bonus=4.5 su 10
-ANIMAS(L.ALVEA-F.ORTUNO)(2018) netflix
Solita storia che si ripete: negli ultimi quindici anni anni fare horror si traduce nel non scrivere una trama ma amalgamare una cozzaglia di visioni, o più in generale di trovate visive. Che poi la fotografia di questo “Animas” risulti accattivante, non sarò certo io a negarlo.
Rimane il fatto che il soggetto alla base è di una povertà imbarazzante: misteri ed avvenimenti che capitano senza delle ragioni davvero motivate, silenzi ed inquadrature che gli attori non sanno valorizzare ed una regia che deve fare i salti mortali per rimpiazzare una sceneggiatura penosa ed un ritmo pressoché assente. Mi pare un enorme spreco.
INSENSATO!
Regia=6 Montaggio=4 Scrittura=4 Recitazione=6 Effetti visivi/fotografia=7 Altro=5.5
Tot+bonus=5.5 su 10
-DRIVE(N.W REFN)(2011) netflix
Uno dei migliori film del decennio, vincitore della miglior regia a Cannes nell’anno 2011. Refn ammalia il mondo con un’opera di rara intensità emotiva, soprattutto in relazione al fatto che il protagonista sia un sociopatico. La regia e la fotografia diventano il pulsare dell’interpretazione di un monumentale Ryan Gosling, che tocca tutti gli stati emotivi dello spettro umano, e vederlo passare dalla furia al dolore risveglierebbe anche lo spettatore più distratto o modesto.
La trama non brilla per originalità eppure è ben scritta, tranne per i dieci minuti finali, forse non all’altezza della parte precedente. Il montaggio risulta frenetico, al pari dei personaggi: oltre a Gosling, c’è un bravo Bryan Craston, un’espressiva Carey Mulligan e un inspirato Albert Brooks. Un film di rara pulizia tecnica, la pecca potrebbe risultare l’uso delle musiche pop, decisamente sciocchine se rapportate alla maestosità dell’opera. Comunque sia, un filmone da non perdere o nel caso da rivedere.
IPNOTICO!
Regia=8 Montaggio=7 Scrittura=7 Recitazione=8.5 Effetti visivi/fotografia=7.5 Altro=7-
Tot+bonus=7.5 su 10
-CITY OF CRIMES (21 BRIDGES)(B.KIRK)(2019) cinema
Tecnicamente il film è ben sviluppato, con un progetto davvero interessante. Buona la regia di Kirk, intensi tutti gli attori (con protagonista “Black panther” Chadwick Boseman), montaggio fluido, musiche onnipresenti ma coinvolgenti, location e fotografia angoscianti.
Un godibile prodotto di genere che però non svetta per via di un soggetto davvero troppo povero: il poliziotto buono contro il marciume morale della corruzione, scimmiottando il “Dirty Harry” Eastwoodinano. Anche se ho apprezzato la scelta, in mancanza di un reale intreccio noir, di non complicare inutilmente una storia pressoché a senso unico, avendo dato risposte ben note fin dalla prime scene. Nel complesso però è godibile.
BEN NARRATO!
Regia=6.5 Montaggio=7 Scrittura=5 Recitazione=7+ Effetti visivi/fotografia=7 Altro=7
Tot+bonus=6/7 su 10
-SULLE ALI DELL’AVVENTURA (DONNE-MOI DES AILES)(N.VANIER)(2019) cinema
L’opera del regista Vanier non ha arzigogolate pretese di scrittura, vuole semplicemente raccontare il rapporto fra uomo e natura, civiltà contro libertà, e ci riesce benissimo. Il pretesto è la storia vera, benché romanzata, di un audace esperimento scientifico sulla migrazione di una razza particolare di oche. Il taglio semi-documentaristico, le musiche avvolgenti e i paesaggi mozzafiato sono un’aperta accusa alla società e al suo modo di intendere l’esistenza umana.
Lo spettatore, al pari del protagonista, “vola via” sulle ali dell’emozione. Una sorta di favola che però non difetta in fase di sceneggiatura: i rapporti umani sono il centro della narrazione e raccontano abbastanza bene lo smarrimento borghese davanti alla bellezza dell’imprevisto. Personalmente è uno dei cinque film più emozionanti del 2019, benché la regia, il montaggio o la recitazione non siano da nomination a premi internazionali.
COMMOVENTE!
Regia=6 Montaggio=6 Scrittura=7- Recitazione=7 Effetti visivi/fotografia=7 Altro=7.5
Tot+bonus=6/7 su 10
-PICCOLE DONNE (LITTLE WOMEN)(G.GERWIG)(2019) cinema
Dal 1930 quarta trasposizione sul grande schermo del famoso romanzo, “Piccole donne” esce nell’anno ideale fra il femminismo urlato e la necessità di smitizzazione della virilità. Non che questo sia un problema, considerato che la finzione narrativa del 1860 giustifica attacchi casuali di “me too” da parte di una qualunque delle quattro sorelle.
A prescindere da questo, l’opera della regista Gerwig pecca di arroganza: l’alternarsi di montaggio fra passato e presente confonde lo spettatore nell’intera parte centrale, vanificando in parte la poesia delle vicende di queste “piccole donne”.
Per il resto è un film assai solido. A supporto delle intense interpretazioni (Saoirse Ronan, Emma Watson, Laura Dern, Florence Pugh, Eliza Scanlen, Meryl Streep, Timotheé Chamalet) la regia e la fotografia valorizzano gli ambienti instillando nello spettatore una sana malinconia. Come detto inizialmente, agli oscar 2020 vinceranno diversi premi, non perché lo meriti ma perché è l’anno giusto.
INCASINATO!
Regia=7- Montaggio=5 Scrittura=6 Recitazione=7.5 Effetti visivi/fotografia=7 Altro=7
Tot+bonus=6.5 su 10
-HAMMAMET(G.AMELIO)(2020) cinema
Il regista Amelio non si tira indietro e solamente per questo va applaudito. Le intenzioni di scrittura sono lodevoli (il racconto intimista sulla vita di Bettino Craxi dal SUO punto di vista), eppure difetta in qualcosa. Per un primo tempo ridondante ed estenuante, nel secondo la trama si innesca facendo finalmente sviluppare i rapporti tra il bravissimo Favino e gli altri attori.
La lunghezza eccessiva di un soggetto, a conti fatti circoscritto, non aiuta e spesso lo spettatore si ritrova ad un tete a tete con il silenzio di Craxi. Gli avvenimenti sono veramente scarni, senza un ricambio sufficiente di location. Scelte intenzionali o meno, l’opera di Amelio si palesa come arzigogolata, quando teoricamente non dovrebbe esserlo. Aggiungiamoci la recitazione inguardabile di Luca Filippi nel ruolo di Fausto e il make up non sempre perfetto e la “frittata è fatta”. Nel complesso un film coraggioso e non completamente riuscito!
RIDONDANTE!
Regia=7- Montaggio=5 Scrittura=6 Recitazione=7 Effetti visivi/fotografia=7 Altro=7
Tot+bonus=6.5 su 10
-THE LODGE(S.FIALA-V.FRANZ)(2019) cinema
Una schifezza più unica che rara. Quello che colpisce è la volontà di prendere in giro lo spettatore, di farlo girare a vuoto come una trottola con una scrittura intenzionalmente malsana.
Il centro della trama non ha senso, così come la gestione di tutti gli aspetti narrativi che si palesano come inganni per camuffare l’assoluta mancanza di idee o forse, nella follia di Fiala e Franz, di proporre un “horror d’autore”. Il lato tecnico (regia, fotografia e location) riscatta solo parzialmente lo scempio narrativo. L’unica scena degna di nota è l’ultima della “madre”, davvero intensa e ben costruita. Come una perla in una palude fetida.
TRUFFALDINO!
Regia=6+ Montaggio=6 Scrittura=2/3 Recitazione=6 Effetti visivi/fotografia=7- Altro=6/7
Tot+bonus=5/6 su 10
-JOJO RABBIT(T.WAITITI)(2019) cinema
Aborro qualunque film didascalico-sensazionalistico di carattere politico e sociale, sopratutto quelli sulla shoa e sulla seconda guerra mondiale. Eppure la versione personalissima di Waititi sotto diversi punti mi convince e non poco. Ovviamente tutti i nazisti vengono scioccamente stereotipati come “coglioni” , certo il taglio narrativo fiabesco permette di glissare un po’ troppo facilmente sui paradossi storici-politici (con una scena finale dove gli americani vengono ritratti come fulgidi eroi a cavallo di carri armati!).
Eppure, nel complesso “Jojo Rabbit” è davvero un bel film, sia a livello registico, attoriale e di scrittura. I rapporti umani sono commoventi, divertenti e drammatici in un perfetto equilibrio. Un’inspirata Scarlett Johansson illumina e prepara la scena per le belle interpretazioni degli altri: su tutti la sorpresa del giovanissimo Roman Griffin Davis come Jojo. La regia è di una pulizia ed efficienza notevole e valorizza sempre l’emotività narrativa. Insomma, un bel film da gustari in sala!
COMMOVENTE!
Regia=7.5 Montaggio=7+ Scrittura=7 Recitazione=7/8 Effetti visivi/fotografia=7.5 Altro=7.5
Tot+bonus=7.5 su 10
-RICHARD JEWELL(C.EASTWOOD)(2019) cinema
Clint Eastwood nonostante i suoi 90 anni, non sbaglia mai un colpo, il suo codice genetico non glielo permette. E’ pur vero che negli ultimi anni non ha più bissato le vette di “Mystic river”, “Milion dollar baby” e questo “Richard Jewell”, come “The mule”, ne è un sintomo (e mi stupirei del contrario!). La storia del malcapitato Jewell, un innocente perseguito dall’fbi per ragioni faziose, fa indignare ed arrabbiare.
L’emotività bassa borghese di questi personaggi ti entra dentro e si palese come una feroce critica all’America stessa, con tutti i suoi principi. La regia è pulita e funzionale, ma non eccelsa, gli attori sono bravi ma non troppo (con una Kathy Bates ingiustamente nominata agli oscar e il solito in parte Sam Rockwell), il montaggio si distende talvolta per mostrarci scene non necessarie.
Eppure quello che manca davvero è la spinta propulsiva del secondo tempo che si staglia come prevedibile, dove lo spettatore attende l’inevitabile senza emozionarsi davvero. Siccome la trama è tratta da una storia vera, nel secondo tempo una maggiore aderenza ai fatti realmente accaduti non avrebbe di certo fatto male. Insomma, un buon film che però manca di quella scintilla.
SOLIDO!
Regia=7 Montaggio=5.5 Scrittura=6+ Recitazione=7 Effetti visivi/fotografia=7 Altro=6.5
Tot+bonus=6.5 su 10
-ME CONTRO TE: LA VENDETTA DEL SIGNOR S(G.LEUZZI)(2020) cinema
La visione è ignobile, per qualunque mente superiore ai 7 anni. Ma il discorso non si riduce a questo: se da un lato dobbiamo considerare il target di riferimento (per cui il film è un grande successo commerciale), dall’altro non si può fare a meno di mettere in discussione la professionalità di un progetto davvero pigro, soprattutto se pensato per finire in una sala cinematografica e non esclusivamente su youtube.
Quindi essere bambini significa essere “rincoglioniti”? Guardando “Me contro te: la vendetta del signor S” parrebbe di si. Luigi Calagna (Luì) e Sofia Scalia (Sofì) recitano peggio delle comparse nelle fiction italiane mentre gli altri attori almeno non ti fanno scoppiare le orecchie. La regia di Leuzzi è qualcosa di sbrigativo, quasi offensivo. Film come questi ci ricordano saggiamente come il “cinematografo” sia nato prima di tutto per fare cash.
AGGHIACIANTE!
Regia=4 Montaggio=4.5 Scrittura=2.5 Recitazione=3- Effetti visivi/fotografia=5- Altro=3.5
Tot+bonus=3.5 su 10
-FIGLI(M.TORRE/G.BONITO)(2020) cinema
La via di mezzo che rinnova senza rivoluzionare. “Figli”, nonostante lo sforzo rimane il “solito drammone italiano” e questo dispiace per le intenzioni di scrittura, la messa in scena e le solide interpretazioni di Mastrandrea, Cortellesi e Fresi. Prima il defunto regista Torre e poi Bonito sorprendono con una rottura della quarta parete quasi sistematica, con l’introduzione dei capitoli (insieme ad altri indizi, palesi citazioni tarantiniane) e voice over spiazzanti.
La sceneggiatura cerca di allargare la limitata questione de “la famiglia borghese”, introducendo quella del rapporto fra uomo e società capitalistica, anche con sferzate politiche. Davvero apprezzabile, peccato che in fin dei conti il tutto rimanga di contorno per un finale che più classicamente stucchevole non si può.
Ma il più grande difetto rimane il montaggio: la scrittura vuole stupire ad ogni costo e si caracolla su se stessa diventando ridondante in diversi punti, alternando presente e passato. Insomma, l’ennesima occasione italiana sprecata!
Sprecone!
Regia=6/7 Montaggio=5- Scrittura=6 Recitazione=7 Effetti visivi/fotografia=7- Altro=7-
Tot+bonus=6+ su 10
-1917(S.Mendes)(2019) cinema
Sam Mendes non è il primo regista a “fare l’amore” con il piano sequenza ma l’uso che ne fa è straordinario nel suo genere. L’impresa titanica di tentare di far apparire moltissimi piani sequenza consecutivi come un unicum è una sperimentazione che segnerà la storia del cinema, ed ho avuto il privilegio di vederlo al cinema con i miei occhi.
A controbilanciare una fotografia meravigliosa, una cura maniacale del realismo storico e le musiche straordinarie di Thomas Newman, ci pensano una scrittura e un reparto attoriale non all’altezza del resto. La sceneggiatura è sii corretta ma non aggiunge niente al genere e il tutto potrebbe ridursi a “La guerra di Piero”. Gli attori sono bravi ma senza brillare (non è un caso che nessuno di loro sia stato nominato per premi internazionali nel 2020).
Non voglio dare la colpa a George MacKay e Dean Charles Chapman (i protagonisti) e nemmeno ai più blasonati comprimari (Mark Strong, Benedict Cumberbatch, Andrew Scott) ma al regista Mendes che, con questo lato tecnico da urlo, avrebbe dovuto puntare su attori all’altezza degli altri reparti. Insomma, un ottimo film che sfiora il capolavoro in diversi punti senza mai toccarlo veramente.
PIANO SEQUENZA!!!!
Regia=9 Montaggio=8- Scrittura=6.5 Recitazione=7.5 Effetti visivi/fotografia=8.5 Altro=9.5
Tot+bonus=8+ su 10
-TAPPO, CUCCIOLO IN UN MARE DI GUAI (TROUBLE)(K.JOHNSON)(2019) cinema
Dire che sia un brutto film sarebbe intellettualmente disonesto ma definirlo insulso sarà opinione condivisibile. Che il target siano i bambini non importa, quello che si palesa è come ci sia pigrizia al livello di scrittura, del resto ormai assai comune nel genere dei film d’animazione. “Tanto è per i bambini” funziona fino ad un certo punto, altrimenti non si spiegherebbero i successi stratosferici della saghe di “Lego movie” e “Pets”.
Il trucco sta nel confezionare un prodotto fatto con il cuore che sciolga i bambini e anche gli adulti nostalgici, operazione in cui “Trouble” fallisce fin dalla prima scena. L’ironia è puerile, spesso no sense, e la storia punta tutto sulla boria di Tappo, il protagonista, che ha sempre vissuto nel lusso e che ovviamente sarà costretto a vivere da randagio. Finale illogico e didascalico, pochi sprazzi di creatività per un film uniformemente mediocre che si lascia dimenticare troppo facilmente.
Sciocchino!
Regia=6 Montaggio=6 Scrittura=5- Recitazione=6+ Effetti visivi/fotografia=7- Altro=6
Tot+bonus=6 su 10
-HANNA 1 STAGIONE(2019) Amazon prime video
La prima stagione di “Hanna” consta di 8 episodi ed è ben scritta…che cosa lo dimostra? Il fatto che, nonostante il lato tecnico non sia scintillante, la storia emozioni episodio dopo episodio, con un crescendo intrigante che ti spinge a superare l’iniziale deficit visivo. Regia e fotografia che però dal terzo episodio in poi migliorano gradualmente arrivando negli ultimi episodi a diventare quasi interessanti.
Serie tratta dal film del 2011 scritto da Lochhead e diretto da Wright, la storia utilizza saggiamente la serialità per rispettare sii gli avvenimenti narrati nel film del 2011, ma allo stesso tempo per approfondire le vicende di tutti i personaggi con una sensibilità intimista ed a tratti sorprendente. L’action richiesta dal genere (una sorta di Bourne-wanna-be) c’è ed è ben gestita, con un uso realistico delle coreografie di lotte, ma il punto forte rimane l’emotività degli esseri umani.
Ruoli del resto ben interpretati da quasi tutti, tranne la protagonista Esme Miles, poco espressiva rispetto allagiovanissima Saoirse Ronan del 2011. Al solido Joel Kinnaman si affianca una magnetica Mireille Enos, con un largo uso di comprimari davvero interessanti. Le location di un nord europa decaduta e spesso boschiva sanciscono visivamente la malinconia che la sceneggiatura vuole imprimere alla scene e le musiche tecno-pop non stonano.
Il finale ovviamente si apre al cliffenger apripista di un’invogliante seconda stagione. L’unico difetto degno di nota: gli ultimi tre episodi si potevano sintetizzare in due, dando per una volta più spazio all’action.
Ben scritta!
Regia=6.5 Montaggio=6+ Scrittura=7- Recitazione=7+ Effetti visivi/fotografia=7- Altro=7.5
Tot+bonus=7- su 10
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