(C.BUCK/J.LEE)
Questo secondo capitolo di Frozen l’ho gradito solamente in parte, o se vi piace di più, mi ha deluso per metà. Il lato visivo è coinvolgente ed espressivo, i character design risultano piacevolissimi ed intriganti, la CGI si dimostra una delle migliori del 2019 e le canzoni sono orecchiabilissime.
La sceneggiatura però non soddisfa, lasciando lo spettatore senza risposte sugli aspetti più importanti della trama. Anche rispetto alla semplicità del primo capitolo, “Frozen 2” fallisce l’obbiettivo di raccontare una storia coerente. Cos’altro dire?
Per i bambini o gli spettatori distratti e casuali, sarà davvero molto gradito perché il lavoro sui contrasti di colore fra i personaggi e lo sfondo, sfiora la perfezione e nutrire gli occhi rimane una priorità del Cinematografo. What a pity! Si sono sprecate le potenzialità del soggetto con un primo tempo davvero scadente.
Un opinione flash: i titolisti italiano hanno aggiunto“I segreti di Arendelle” ma in tutto il film Arendelle viene mostrata per 10 minuti scarsi, non avendo pressoché ruolo nella storia. Il sottotitolo sarebbe dovuto essere “il segreto della foresta misteriosa”e cazzate simili. Ma è risaputo, da affidabilissimi studi scientifici, che in Italia la popolazione ha un cervello sottosviluppato e ha bisogno sempre di sottotitoli che spiegano di che cosa tratti il film. 🙁
Adesso però sporchiamoci le mani di SPOILER con le righe sotto!
Le domande a cui la trama non risponde sono due e le risposte dovrebbero essere il centro della trama: che cos’è la voce? Perché Elsa possiede i poteri? Forse qualcosa legata alla foresta magica, luogo di provenienza della madre?
Questa falla di scrittura ci riporta al problema di base: intenzionalmente la produzione ha virato maggiormente sul lato spettacolare che su quello di trama, semplificando ai minimi termini i passaggi narrativi. Risulta evidente come il centro del film sia Elsa che da sola attraversa il Dark Sea per scoprire l’identità della voce.
Il problema è che questo avvenimento giunge a quasi un’ora dall’inizio, con una parte precedente a dir poco raffazzonata. Innanzitutto: non è chiaro come “tecnicamente” Elsa abbia risvegliato i quattro elementi, visto che muove le mani creando forme di ghiaccio come è solita fare.
E ancora: perché la voce attira l’attenzione di Elsa in quell’esatto momento? Sarebbe stato più interessante che fosse stata Elsa a risvegliare intenzionalmente i quattro elementi, creando così un maggior conflitto morale fra lei e gli altri, sulla falsa riga del primo capitolo.
In secundis, il ritrovamento della nave dei genitori da parte delle due sorelle è troppo causale. Da quasi fastidio e appare la forzatura necessaria per mandare avanti gli avvenimenti. Anche in questo caso si sarebbe potuta movimentare la trama facendo si che Elsa ed Anna trovassero la nave seguendo indizi chiari, magari dati loro dal popolo della foresta misteriosa.
Infine il finale: per una ragione sconosciuta la voce, di cui non sappiamo niente, dona a Elsa i poteri per poi punirla ghiacciandola. Non ha alcun senso, al pari della comodità narrativa de“l’acqua ha memoria”. Di conseguenza ogni qualvolta la storia si impacci ad Elsa basta muovere le mani per creare flashback con forme di ghiaccio.
Visivamente affascinante ma davvero squalificante a livello di creatività narrativa…
L’ultimo punto affrontato apre un altro buco di sceneggiatura. Se il volere della voce, di cui non sappiamo nulla, era quello di far distruggere la diga, simbolo dell’inganno del nonno delle due sorelle, allora perché non ha dato a Elsa l’opportunità di compiere la missione? Invece no, si contraddicono per dare un minimo di spazio ad un personaggio poverissimo come Anna, che ovviamente deve salvare tutti con la solita scena all’ultimo secondo.
Quindi una storia che mette al centro la madre delle due sorelle, che però non tratta l’origine dei poteri di Elsa. Si sarebbe potuto applicare una tecnica base, ovvero quella di legare le origini misteriose della protagonista con la trama che si sta sviluppando.
Tematiche che si sarebbero potute sviluppare se non si ci fosse dedicato per quasi un terzo della durata alle canzoni, che rispetto al primo capitolo sono molte di più…un’ulteriore semplificazione che estromette la trama dalla storia (un bel paradosso!).
Sugli aspetti migliori voglio citare il character design della salamandra spirito del fuoco. E’adorabile e i bambini impazziranno per il suo peluche. Il look di Elsa è bello come nel primo film ma qui la Disney gioca d’astuzia: e se parte del pubblico che vide il primo capitolo è cresciuto diventando adolescente,di conseguenza Elsa viene fatta sbocciare come donna, con una velatissima componente sessuale.
Quindi nel complesso, “Frozen 2” è un buon film d’animazione con scene coreograficamente interessanti (su tutti l’attraversamento del Dark Sea) però a livello di trama era più interessante il primo capitolo. Per lo spettatore senza pretese è un ottimo film d’intrattenimento, anche per un uso misurato delle gag.
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