NON Hai letto la PARTE 2? Clicca subito!
Audaci lettori, avete letto la parte 1 e la parte 2, vero? Perché non farò spiegoni per gli ultimi arrivati!
La parte 3 si apre con un Kovacs educato e civile. E’ un bell’affondo da parte di Richard Morgan che negli ultimi capitoli ce lo ha descritto come un serial killer che trasporta sotto il braccio teste mozzate. Kovacs deve incontrare Laurens Bancroft e gli ospiti del magnate. Solamente a questo punto della narrazione, guarda il caso!, Morgan ci mostra come l’ex spedi sappia destreggiarsi anche retoricamente, come un buon politico. Nei salotti altolocati si parla ovviamente del “progresso”.
“Le sorrisi. <<Il progresso è difficile da definire, vostro onore. Come direbbe Quell:”Mi presentano rapporti sui nostri progressi, ma io vedo solo cambiamenti, e corpi bruciati”>>”.
Ma l’abito civile di Kovacs dura poco. Bancroft lo chiama nel suo ufficio per discutere degli sviluppi del caso e dei problemini che ha causato alla clinica. Per la prima volta il protagonista butta fuori il suo malumore.
<<Non ho chiesto io di partecipare a questo balletto del cazzo. E’ stato lei a trascinarmi qui, Bancroft. Mi ha tolto dall’immagazzinamento su Harlan’s world e mi ha messo nella custodia di Elias Ryker per far incazzare Ortega…Non andrò avanti a rischiare la mia pila per un sacco di merda come lei. Può farmi risurgelare e correrò i miei rischi tra 117 anni>>”.
E’ come se il rapimento e la tortura avesse svegliato il vero Kovacs, quello della rivolta sotto Virginia Vidaura, quello in fuga nel prologo. Ma Laurens Bancroft non è un Mat per caso e non teme un serial killer. Kovacs, da buon Spedi, sposta la discussione dal suo mal operato al perché Bancroft abbia mentito sul frequentare i bordelli di bassa lega. A queste parole, Bancroft gli da una lezione morale, perche è Kovacs uno straniero e viene dal passato.
“Bancroft sorrise appena.<<La cultura è come lo smog. Se vivi nello smog, devi respirarne un po’ e, inevitabilmente, esserne contaminato. In ogni caso, cosa significa libertà in questo contesto? Libertà di versare il mio seme sul viso e sui seni di mia moglie? Libertà di farla masturbare davanti a me, di condividere l’uso della sua carne con altri uomini e donne? 250 anni sono un periodo lunghissimo…nel frattempo le sensazioni più spirituali diventano più pure, più eteree. Hai idea cosa accada nei legami emotivi su un arco di tempo simile?>>.
La citazione è molto più ampia ma questo è il fulcro: le azioni di un Mat non possono essere comprese da chi non lo è. L’eternità e il potere di essere quello che vuoi, paradossalmente ti limitano a non essere quello che sei, perché puoi cambiare corpo e provare sensazioni estranee alla tua predisposizione caratteriale.
Da qui in poi velocizzo lo sviluppo della trama. Il primo snodo è l’indagine congiunta di Kovacs e Ortega ai danni di Kadmin, “the twins”. In questo capitolo, il 17, Morgan approfondisce il tema dell’interrogatorio virtuale e di come difendersi da esso. Kadmin è diverso dagli altri, lui sa di avere Kawahara alle spalle e non cede, addirittura minaccia. Kovacs lo capisce ed Ortega si convince finalmente che dietro il presunto omicidio di Bancroft qualcosa non torni.
L’indizio successivo è “la rosa di Panama”, un aerodromo, una sorta di teatro, dove l’avvocato di Kadmin ha telefonato negli ultimi giorni. Il dinamico duo, in cui Kovacs si spaccia per Ryker, indaga senza trovare apparenti indizi ma Carnage, il proprietario dell’aerodromo, risulta più sospetto di una pistola fumante. Kadmin attenta alla vita dei due ma fallendo, lasciandoci però solamente una delle due custodie.
Di per sé non ha un gran valore, ma il ruolo di Kadmin è fondamentale perché risulta il vero nemico di Kovacs. Inizialmente lo odiava perché l’avevo scambiato per Ryker, successivamente lo odia come Takeshi Kovacs. Questo però è controproducente, perché Kadmin è alle dipendenze di Kawahara, che vuole collaborare con Kovacs. Il loro incontro è degno di un focus.
“La figura di fronte a me aveva un portamento da ballerina, un fisico sottilmente attraente senza evocare un’immediata risposta ormonale, e il viso era allegro e intelligente. Era la custodia che portava a Nuova Pechino, coltivata su misura ed esente da impianti di qualunque tipo. Puro organismo, elevato a livello d’arte…Sembrava l’abitante dello schermo pubblicitario per un fondo d’investimenti leggermente sexy”.
Kawahara è un villain affascinante ed enigmatico, un Mat fatto e finito. Anche lei ossessionata dal potere e dall’elusivo fascino delle emozioni eteree, Kawahara rispetto a Bancroft è molto più portata alla politica che alla conoscenza. La proposta che fa a Kovacs è semplice: vuole corromperlo con un lauto compenso per fargli chiudere approssimativamente il caso Bancroft. Kovacs le chiede se è coinvolta ma lei afferma che Bancroft si è suicidato. Kovacs non le crede, e chi lo farebbe?
“<<Puoi andare a farti fottere, Kawahara>>. Lasciai cadere il mozzicone sulla pietra incisa e spensi col tacco. <<Correrò i miei rischi con Kadmin e informerò Bancroft che probabilmente lo hai fatto uccidere tu. Allora hai cambiato idea sul lasciarmi vivo?>>”.
Ma Kawahara non lo uccide, fa di peggio: minaccia di riportare dall’immagazzinamento Sarah, l’amore di Kovacs nel prologo, e di torturarla per resto della sua vita. Kovacs ha dieci giorni per convincere Bancroft che si è suicidato e Kawahra giustamente ritiene che solo uno spedi potrebbe riuscire nell’impresa. In cambio Kovacs otterrà la liberazione di Sarah e centomila dollari. E conclude:<<Quindi se stessi meditando di uscire di circolazione per un po’ e correre di nuovo da Bancroft, abbandona subito l’idea. Questa è una mano che non puoi vincere>>.
Qui si chiude la parte 3 .Onestamente la parte 4 non brilla per lo stile né per le situazioni. E’ una sezione dove si collegano gli indizi che porteranno al caso e nulla più. Anche se il capitolo 27, quello d’apertura, è interessante perché c’è il primo rapporto sessuale fra Kovacs e Ortega.
Kovacs la va a trovare sullo yacth non dichiarato del fu Ryker, yacth che diventa la loro base segreta. Ortega passa dal discutere con lui del caso e schiaffeggiarlo, per via delle riprese del sesso con Miriam Bancroft, ad intrecciare le sue mani e scopare con lui(questo termine descrive perfettamente cosa facciano).
Dopo si continua a parlare del caso: lui si confida con lei sulla minaccia/proposta di Reileen Kawahara. Kovacs riesce a convincere Ortega ad aiutarlo in un piano che salverà tutti: manipolerà Bancroft del fatto che si è suicidato, così da chiudere il caso, ritornare libero per contratto ed allo stesso tempo salvare Sarah. Successivamente farà arrestare Kawahara, riaprendo anche il caso di Ryker. Infatti Kovacs ritiene che dietro ci possa essere Kawahara. Ortega, più spinta dalla speranza che dalla ragione, accetta.
Così parte il piano: Kovacs fa buon viso a cattivo gioco e sfruttando le risorse di Kawahara tira fuori Irene Elliot dall’immagazzinamento per farla lavorare per lui. Irene, un hacker, deve inserire il virus “rawling”, come prova del suicidio di Bancroft, e successivamente dovrà corrompere database di Reileen Kawahara.
Intanto Kovacs riesce a convincere Bancroft che, la notte della morte della sua custodia, il Mat si è sparato perché ha capito di essere stato infettato dal virus “rawling” in quei bordelli di strada, Bancroft ci crede e ottiene la sua libertà per contratto.
“Bancroft credeva. Senso di colpa e disgusto di sé lo costringevano a credere. Sarebbe stato lui a trovare le risposte capaci di rafforzare le immagini orribili che aveva in testa. E quando la polizia si fosse aperta una strada sicura per i processori centrali del “Jack it up”, il rawling 4851 avrebbe già finito di divorare l’ultimo brandello di pensiero coerente della macchina. Nulla avrebbe messo in discussione la complessa bugia che avevo imbastito per conto di Kawahara”.
La parte 5 si apre con il capitolo 35. Ma prima della resa dei conti con Kawahara ritorna Kadmin, la mina vagante che porta avanti la storia. Rapisce Ortega e costringe Kovacs a lottare alla “Rosa di Panama”, l’aerodromo gestito da Carnage…ve lo ricordate? Questo è un ottimo capitolo a livello di scrittura ed emotivo,ma sfortunatamente non posso parlarne come vorrei. Kovacs sfida Kadmon, come nell’arena romana con due gladiatori. Ma Kadmon gioca sporco perché possiede un tirapugni elettrico. Trepp, uno dei sottoposti di Kawahara, e i poliziotto salvano la situazione(nella serie tv la scena è simile ma cambiano gli interpreti!).
“La morte di Kadmin, anziché darmi sollievo, aveva acceso una miccia lenta di pulsioni distruttive nella bocca del mio stomaco. Qualcuno avrebbe pagato per tutto quello. Mettila sul piano personale. Ma era più che personale…per tutto quello e per l’altro, qualcuno avrebbe pagato” e qui Kovacs elenca le vittime del sistema di Harlan’s world, da Anenome a Virginia Vidaura passando per Irene Elliot. Finalmente arriva la resa dei conti ma io non voglio parlarvene.
Compratevi il romanzo, fatevi una vostra idea e commentate!
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