Ecco le breve recensioni delle le opere audio-visive(film, serie tv, anime, etc) visti nel mese di Aprile del 2019 e non recensiti nelle sezioni apposite. Ripeto: sono solo quelli VISTI nel periodo indicato ma che potrebbero essere usciti in qualunque altra data. Ci sono molte uscite al cinema! A proposito…avete letto quelle di Marzo? Cosa dite? Sento le unghie sugli specchi…lo farete domani? Fatelo ora qui! E soprattutto: siete d’accordo? Fatemelo sapere con un commento sotto!
RECENSORE KAGHEMUSHA RIDDLE NOIR
-THE STEPFATHER(IL SEGRETO DI DAVID)(N.MC CORMIC,2009) netflix
Sostengo sempre le buone intenzioni e questo progetto merita rispetto. Certo è il remake con Terry O’Quinn(John Locke in Lost) ma questo non ne sminuisce il buon valore. La sceneggiatura è solida, il lato tecnico è sufficiente con qualche guizzo. Il vero motore della storia è il montaggio, davvero molto professionale rispetto alla media, che spinge la storia e non annoia mai.
La recitazione è complessivamente buona ma non eccellente: Dylan Walsh(Nip/tuck) è davvero bravo nel ruolo del sociopatico ma non posso dire lo stesso per gli altri che si limitano al compitino, senza però fare errori. Mc Cormic è di scuola americana e lo notiamo: per un terzo del film inquadra una Amber Heard 22enne, raramente vestita, che non passa certo inosservata. Personalmente l’ho trovata più bella qui, più acqua e sapone, che dieci anni dopo in Aquaman. In ogni caso, sempre fregna rimane. Insomma, non un film da oscar, ma per tutti. Profondo e psicologico quanto basta, un thriller action dal ritmo serrato, pettorali e tette in belle mostra, storia coinvolgente. Per tutti i gusti.
Ben pensato!
Regia =65 Montaggio=73 Scrittura=69 Recitazione=69 Effetti visivi/fotografia=68 Altro=67 Bonus-malus=+0.5
Tot+bonus=69/100
-THE GERARLD’S GAME(IL GIOCO DI GERARLD)(M.FLANAGAN,2017) netflix
Se mai un giorno mi chiedessero come fare una trasposizione dal romanzo al film io gli direi di NON seguire questo caso. Flanagan, regista e co-sceneggiatore, cade nella trappola principe: cerca di omaggiare il romanzo incollando i capitoli alle scene. E stranamente non funziona! Il tutto è teatrale, la camera da letto diventa il palco, dove si ostentano monologhi, per carità interessanti, ma sfiancanti in un mezzo artistico, qual’è il cinema, che vive di ritmo, montaggio e cambio di inquadrature. Il clima onirico del romanzo è inesistente, non c’è atmosfera.
Per tutto il film la nostra attenzione è interamente concentrata sul bel corpo seminudo di Carla Gugino, e a me dispiace sottolinearlo visto che lei si è impegnata inutilmente. Lo spettatore non riesce a giustificare la follia della protagonista che vede morti alzarsi e blaterare, tutto questo rompe la quarta parete e fa solo molto ridere. La regia è totalmente anonima e l’effetto rosso sangue dell’eclissi, qualche scena splatter e le tette della Gugino non salvano il film. Ps: sarà un caso che proprio in questi anni è uscito un bel film femminista? 😉
Goffo!
Regia =55 Montaggio=55 Scrittura=39 Recitazione=59 Effetti visivi/fotografia=61 Altro=66 Bonus-malus=-0.5
Tot+bonus=55/100
-CIRCLE(A.HANN,M.MISCIONE,2015) netflix
Volete fare un film spendendo un budjet ridotto quasi allo zero? “Circle” è il film per voi: una location, nessuno sviluppo di sceneggiatura, fotografia sempre uguale, impianto teatrale e dialoghi degni del bar sport. Me li immagino i produttori che parlavano di come spacciare queste immagini filmate per un film senza costi:”Ambientiamo tutto in un teatro oscurato, per evitare di protrarre troppo le riprese facciamo stare gli attori in piedi per tutto il film senza che possano muoversi!”. Geniale!
L’unico aspetto positivo è l’intenzione di criticare l’essere umano in quanto tale, nel suo istinto di sopravvivenza. Tutti cercano di giustificare i loro omicidi dietro a tutte le ragioni possibili: razzismo, omofobia, classe politica, età avanzata, arroganza, pietà, fascino.
E questo mi piace, perché si critica l’idea della democrazia, il fondamento che il volere della maggioranza sia più saggio rispetto a quello del singolo ma non è questo il modo. Questo film è un offesa al Cinema, a tutti i livelli. Il film parla di alieni e di stratagemmi inverosimili ma non si da nessuna spiegazione. Bene così.
Che senso ha?
Regia =47 Montaggio=45 Scrittura=30 Recitazione=47 Effetti visivi/fotografia=56 Altro=54 Bonus-malus=-2.5
Tot+bonus=44/100
-THE CURSE OF LLRONA(LA LLRONA-LE LACRIME DEL MALE)(M.CHAVES,2019) cinema
Da quando vidi il trailer mesi fa capii che“La llrona”, o come la chiamo io “la cogliona”, sarebbe stato una “cagata pazzesca”. E’un filmetto da quattro soldi, un horror fatto solo di jump scare(ne ho contati almeno 17) su una durata di 90 minuti(quindi uno ogni 6 minuti circa). La trama è una lunghissima fila di stereotipi del genere, anche se ho trovato decente la trovata di inserire il personaggio del guaritore, per provare a dare qualche emozione.
Tutto il secondo tempo è meno peggio del primo perché cerca di scimmiotare malamente “Supernatural”. Cos’altro dire? Una buona regia, una fotografia accettabile, interessante il trucco e il parrucco, il montaggio è straziante nella sua lentezza. La recitazione? Le tette di Linda Cardellini sono la parte migliore del film, peccato che non si tolga mai la maglietta.
Noia, noia, noia, noia e ancora noia!
Regia =66 Montaggio=48 Scrittura=38 Recitazione=54 Effetti visivi/fotografia=64 Altro=58 Bonus-malus=-2.5
Tot+bonus=52/100
-HELLBOY(N.MARSHALL,2019) cinema
La critica e il pubblico lo stanno massacrando, ancora prima per i discutibili effetti visivi, perché lo paragonano ai cinecomic del MCU. Questo è un errore perché “Hellboy” vuole essere diverso, più legato al fumetto, al genere b-movie degli anni 90’. Che poi questo genere non sia più apprezzato,e io NON sono fra questi, è un’altra storia. Piucché gli effetti visivi ridicoli io voglio criticare il comparto tecnico: regia, montaggio e fotografia nello specifico.
Tutte e tre insieme non sono riusciti a dare un po’ di atmosfera ed a supportare una sceneggiatura dignitosa. Parlo sopratutto del primo tempo dove non si riesce a dare il minimo senso onirico e di mistero per questo protagonista assai peculiare, o al villain assai gnocca e misteriosa. La recitazione è svogliata, anche se David Harbour non è male. Il secondo tempo è invece riuscito, la storia finalmente ingrana e diverte con degli effetti visivi migliori e finalmente dark. Ho apprezzato che abbiano anticipato la scena post credit come ultima sequenza del film.
Stupidamente sbadati!
Regia =57 Montaggio=58 Scrittura=57 Recitazione=60 Effetti visivi/fotografia=48 Altro=62 Bonus-malus=-1
Tot+bonus=56/100
-IL CAMPIONE(L.DE AGOSTINI,2019) cinema
Ho apprezzato “Il film su Balo”, come lo chiamo io: coraggiosa l’idea, professionale la realizzazione. Pazzesco? Neanche per scherzo. E non per il tema ma per la paura di De Agostini di trattare in profondità il cinismo di una mondo che rappresenta paurosamente l’Italia e lo spettatore. Come ogni film, la prova del nove è la parte centrale e lì casca l’asino. La prima parte è davvero emozionante, dove conosciamo questi personaggi che ci entrano nel cuore, dove si prospetta una crescita che si svilupperà per tutto il film.
Di un tratto li fanno litigare e il protagonista, un bravo Andrea Carpenzano, per sceneggiatura annulla i suoi rapporto umani e uccide il pathos dell’intero film. Le sottotrame ben spiegate fino a quel momento muoiono con lui. Nel finale si cerca di rimediare ma la frittata è stata fatta. Le recitazioni sono buone ma non eccelse, Ludovica Martino è brava ed Accorsi sembra recitare.
La regia assiste la storia senza intromettersi. Il punto di forza, che il film ti palesa fin dalle prime scene, è il realismo: ci sono guest star di telecronisti famosi(Caressa, Adani, etc), si mostrano programmi e quotidiani sportivi di tiratura nazionale. Direttiva economicamente dispendioso, perché questi signori non lo fanno gratis, ma la mossa funziona.
Poi però tutto crolla quando vedo le scene delle partite dove i giocatori sembrano della primavera, più che della serie A. Fisicamente troppo esili, per chi ha occhio e passione per questo sport.Lo stesso errore superficiale nella scena della partita sotto la pioggia: un campo di sera non è così buio, neanche fosse un palco di un teatro alla prima.
Infine non si mostra mai una scena diretta di sesso, droga, alcool e violenza, che sono nella vita vera i fondamenti del calciatore moderno. Avvenimenti che vengono sempre riportati a parole e questo dispiace perché dimezza il valore di un’opera che sarebbe potuto essere molto altro.
Con il freno tirato!
Regia =63 Montaggio=63 Scrittura=61 Recitazione=69 Effetti visivi/fotografia=66 Altro=62 Bonus-malus=+1
Tot+bonus=65/100
-MA COSA CI DICE IL CERVELLO(R.MILANI,2019) cinema
Questo film mi ha intrattenuto, emozionato, commosso e mi ha fatto anche riflettere. E’ un progetto serio serio e molto professionale, quello che più ho apprezzato è stata l’originalità della storia. Trattare il tema dello spionaggio nel contesto italiano era un trappolone fatale che avrebbe fatto affondare la storia nel ridicolo( e questo non è un cinepanettone o un commedia del cazzo). Questo per colpa nostra, degli italiani, che non prendiamo nulla sul serio, che saprebbero ridere di qualunque cosa.
Quindi Milani e il team di scrittura decidono di aggirare l’ostacolo e di mettere in primo piano l’umanità della protagonista rispetto al suo lavoro. Infatti la trama di spionaggio viene presentata come principale ma nei fatti è secondaria. Il messaggio che il film vuole dare è di comportarsi da esseri umani, di provare a migliorarsi per il proprio bene e per quello degli altri, intenzione sottolineata dalla bella canzone finale. Giovanna, una brava Paola Cortellesi, decide di abusare dei suoi poteri come agente della sicurezza nazionale per vendicare i soprusi subiti dai suoi amici.
Da qui si snoda il dilemma morale: accettare la realtà o provare a cambiarla? La scena iniziale e quella finale, che chiudono un cerchio, scene emblematiche e visivamente potenti che sfidano lo spettatore ad uscire dal torpore. La recitazione è complessivamente valida; nel mezzo ci sono tutti i volti più noti del cinema italiano post 2000(Stefano Fresi, Vinicio Marchionni, Claudia Pandolfi, Lucia Mascino, Ricky Menphis, Giampaolo Morelli).
I due che più mi hanno convinto sono Stefano Fresi nel ruolo dell’amore della protagonista e la giocosa e meravigliosa Carla Signoris. La regia segue l’azione puntualmente ma nulla più. Interessanti le location, e le musiche inserite per parodizzare alcuni momenti dei film action. La fotografia fa il compitino. Il più grande difetto è il titolo: da dove cazzo l’hanno preso? Non c’entra un fava con la storia, oltre ad essere irritante al livello onomatopeico. Licenziate il titolista, please.
Spigliato e originale!
Regia =63 Montaggio=69 Scrittura=67 Recitazione=71 Effetti visivi/fotografia=62 Altro=69 Bonus-malus=+1
Tot+bonus=68/100
-PENNY DREADFUL, 2 STAGIONE(2015) netflix
Questa seconda stagione prende i pregi della prima e li amplifica, ne prende i difetti e li migliora. La pecca principale della stagione precedente era la mancanza di una trama effettiva, dove si abbozzava solamente un contesto; qui invece si inserisce la profondità dei personaggi in una trama ipnotica ed accattivante. Il nemico diventa finalmente palpabile: le streghe sotto il comando di Evelyn Poole.
Il centro della storia è ancora Miss Vanessa Ives, la maestosa Eva Green, che viene cercata dalle streghe, che si scoprono essere al servizio del demonio(il villain della prima serie e anche quello principale). La trama è ben scritta ma non brilla per colpi di scena. Ma la bellezza della serie rimane il trattamento della sceneggiatura. Alla fine della prima stagione il mio timore era quello che avessero esaurito la complessità di personaggi così interessanti, paventando l’ombra nera del riciclo seriale.
Invece no; tutti i personaggi risultano nuovi, anche la bistratta Brona che diventa tutto tondo e apre nuove frontiere di trama per la terza ed ultima stagione. Una Brona che non perdona l’arroganza del suo creatore Dottor Frankestein e che abbraccia le idee del Calibano, qui John Clare. Un John Clare irresistibile che anche qui fa il mostro, maltratto e prigioniero del mondo borghese. Ethan Chandler tocca il compimento del suo arco narrativo, dove il donnaiolo violento e depresso viene rimpiazzato da un guerriero della notte dall’animo gentile bisognoso d’amore.
Un amore che però non può accettare da Vanessa Ives perché si vergogna di se stesso e preferisce farsi giudicare dal sistema giudiziaro americano. Ethan è il mio personaggio preferito della serie. Vanessa Ives non viene ampliata psicologicamente, ci raccontano solamente il suo passato confermandoci l’eccellente lavoro in fase di scrittura. Interessanti anche i villans, queste streghe che servono il demonio agognando la giovinezza eterna. Riferimento obbligato a un Dorian Gray che rimane se stesso, giustamente in secondo piano. Un Dorian Gray che all’uccisione di Angelique mostra rispetto al capolavoro di Oscar Wilde.
I difetti sono pochi ma ci sono: su tutti il primo episodio della stagione. Sembra essere scritto da un dilettante, non ne hanno preso una(dai dialoghi allo sviluppo). Stavo abbandonando la serie tanto era amatoriale…inspiegabile. A parte questo, avrei molto gradito l’inserimento di nuovi personaggi storici e letterari. Chiudiamo sul lato tecnico, per quanto possibile migliora ulteriormente rispetto alla prima stagione. Soprattutto nell’ambito del trucco e parrucco, dove le creature della notte non fanno più ridere ma inquietare per davvero.
Poesia!
Regia =77 Montaggio=77 Scrittura=82 Recitazione=81 Effetti visivi/fotografia=80 Altro=83 Bonus-malus=+2
Tot+bonus=82/100
-DEATH PARADE (2015) netflix
Questa serie è uno spreco. L’idea di base affascina non poco: una situazione alla “Saw” dove le vittime non sanno di essere già morte ma che stanno lottando per essere giudicate in una realtà ultraterrena. Eppure qualunque creatore di contenuti dotato di bassa-media intelligenza avrebbe virato il tutto sul thriller psicologico, condito con dello splatter. Chiunque tranne i geni di questa serie che la tramutano in un pappone drammatico-esistenzialista che concentra tutto su monologhi, adatti al romanzo, al teatro ma non ad un prodotto audiovisivo per il largo pubblico.
Hanno proprio mancato l’obbiettivo, anche perché il contenuto dei dialoghi è profondo ma non viene inserito nella giusta misura. Si passa da episodi senza scopo, con una trama che non si smuove di un millimetro a gioiellini come l’episodio 1, 8 e 9, che smuovono l’anima degli spettatori. E nonostante la regia anonima l’animazione è visivamente notevole…oltre il danno la beffa!
Fallimentare alla base!
Regia =57 Montaggio=45 Scrittura=36 Recitazione=60 Effetti visivi/fotografia=80 Altro=65 Bonus-malus=-2
Tot+bonus=55/100
IL NASCONDIGLIO DEL DIAVOLO(THE CAVE)(B.HUNT,2005) netflix
L’unico motivo per cui l’ho scelto dall’infinito catalogo netflix è la compatibilità del pubblico del 56%…perché così basso? Dopo la visione posso affermare che è assolutamente immeritato, soprattutto perché ci sono film orrendi che hanno una compatibilità superiore solo per le gnocche e le mazzate.
Il soggetto di “the cave” non è originale(il mostrone che insegue gli umani )ma quello che lo rende interessante è la location. L’intera storia si ambientata in grotte sotto il livello del mare dove un’equipe di scienziati stanno facendo delle ricerche. Ciò che ho apprezzato è il taglio del film documentaristico e scientifico dove si mettono al centro le attrezzature scientifiche e le dinamiche lavorative di team.
Se la spettacolarizzazione viene sacrificata, la trama risulta comunque accattivante, anche se risulta mozza perché non si danno spiegazioni sulle origini del mostrone (la copia di Alien con una CGI molto carina). Le spiegazioni avrebbero dato respiro all’opera nel complesso. Anche i rapporti fra i personaggi risultano solo accennati, come se il film non avesse né tempo né voglia di svilupparli.
La recitazione non è scadente ma svogliata; si sono concentrati sulle le belle coreografie(sempre in movimento per nuotare e scalare). Nel cast ci sono attori diventati successivamente celebri: Daniel Dae Kim(Jin di “Lost”) e Lena Hadley(due anni prima di “300” e sei anni prima di Cersei Lannister). Altri già noti come Piper Perabo(Violet in “le ragazze del coyote Ugly”). La regia è dinamica e i colori della fotografia espressivi, anche se il modello delle telecamere usate sa di vintage andato a male.
Low budjet!
Regia =63 Montaggio=54 Scrittura=57 Recitazione=57 Effetti visivi/fotografia=46 Altro=81 Bonus-malus=+0.5
Tot+bonus=60/100
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